Monday, February 29, 2016

La ricerca : del silenzio

Ho voglia di ritrovare il silenzio sia questo dovuto dal passeggiare in un bosco isolato o in un cimitero in collina o comunque isolato o sentire il tiepido suono di un torrente che scorre e tutto intorno il silenzio.
E' sempre piu' difficile trovare persone che sanno comprendere questi benefici che la natura ci da,si deve vivere immersi nel caos nel frastuono creato dalla massa.Ma io francamente mi trovo molto piu' volentieri a stare controcorrente dalla massa.Chi apprezza certi valori come me mi segua o si faccia seguire perche' il notro modo di vedere e' anche piu' bello se condiviso(Daniele Orsi 29/2/16)


L’uomo ha sempre sentito l’esigenza di raccogliersi in se stesso e godere di momenti più o meno lunghi e intensi di silenzio.
Ritagliarsi degli spazi in cui poter restare soli con se stessi estraniandosi dalla dipendenza al rumore, alle parole e alle attività quotidiane è oggi un atto rivoluzionario, bersagliati come siamo da rumori molesti che giungono da ogni parte: suonerie del cellulare, televisioni costantemente accese, avvisi di messaggi, clacson…Ritagliarci degli spazi per poter ascoltare tutto ciò che questo sistema ci ha violentemente sottratto.Evitiamo accuratamente le persone che tendono a sovrastare con la voce gli altri. Non so se vi è mai capitato, ma ultimamente molta gente, nel momento stesso in cui inizi un discorso, t’interrompe subito senza lasciarti finire e continua a parlare. Subentra subito un’altra persona che interrompe la precedente e così via: un interminabile sovrapporsi di voci senza che nessuno ascolti l’altro.Il silenzio ci aiuta a dar forma ai nostri pensieri e a poterli trasmettere agli altri in modo sublime.
Scrivere, pratica ormai in disuso, sommersi come siamo dalla necessità di compiere molte azioni in fretta, ci aiuta molto in questo lavoro, certamente non facile, che possiamo compiere dentro di noi.
Ascoltare il suono meraviglioso della natura è diventato quasi un lusso, ma non smettiamo di cercarlo.La disubbidienza a tale sistema comincia da piccoli gesti quotidiani. Abbiamo perso la gioia di goderci con tranquillità un paesaggio? Cerchiamo di capire le ragioni di questa fondamentale mancanza e corriamo immediatamente ai ripari.
Il silenzio ci aiuta a ritirarci per un po’ da certe pulsioni interiori negative provocate da quello che le persone si aspettano da noi e da una malsana dipendenza dalle parole che difficilmente ormai vengono sussurrate; si grida spesso come se ciò servisse a dar forza al messaggio che vogliamo inviare.

«Sempre, ma più che mai questa volta ritrovarmi davanti e in mezzo alle mie colline mi sommuove nel profondo». È Cesare Pavese che parla in una lettera a Fernanda Pivano della sua terra ritrovata. «Rivedere perciò questi alberi, viti, sentieri, mi dischiude una straordinaria potenza fantastica. Come se mi nascesse ora l’immagine assoluta di queste cose, come se fossi un bambino».

Sunday, February 28, 2016

“Lasciami, ti prego, fammi vivere, ” L’ombra , mi segue continuamente e non mi dava tregua...

“Lasciami, ti prego, fammi vivere, ” L’ombra , mi segue continuamente e non mi dava tregua...

La prima idea che mi sono fatto su questa patologia, quando ho iniziato a ragionarci su, è scaturita proprio dall'ultima motivazione che ho elencato poc'anzi: la depressione è ancora un tabù. Lo è, a mio parere, perché a torto non è ritenuta una malattia che può giungere e basta. Come giungono un cancro, una polmonite, un infarto... Perché a torto viene considerata coma una patologia che la persona, in qualche modo, "va a cercarsi". Come se chi ne soffre fosse la causa stessa del suo malessere. Penso sia colpa anche della banalizzazione che la società fa della depressione, della troppa facilità con cui ci si considera depressi o si viene additati come depressi.

Ci si sente impotenti, senza speranza alcuna, la si vuole fare finita e poi, le emicranie, la spossatezza, quella fatica che non ti abbandona mai, le notti insonni, il mangiare troppo o per niente affatto, l’ansia, il sentirsi fuori controllo, inutili, incapaci di assumersi una qualsiasi responsabilità e/o gestire a lungo un qualsiasi lavoro. Tanto per nominarne alcuni tratti tipici…Diciamo che la depressione è un qualcosa che non si augurerebbe nemmeno al peggiore dei propri nemici!Finora ho provato le più disparate cose, i più svariati approcci per tenerla a bada; ho provato a distrarla in qualche modo, per non pensarci troppo, ho nuove cose, nuove attività, nuovi hobby, nel tentativo di riempire una vita che, dopotutto, tu percepivo come vuota.Magari, in certi periodi, mi sono anche sentito/a bene per un po’,  fino a quando l’ennesima crisi  ha poi fatto nuovamente capolino, confermando la tua storia di “alti e bassi”; quegli alti e bassi che la maggior parte della gente considera normali nella vita di una persona ma , lo so meglio  di chiunque altro, i miei “su e giù” sono sempre stati un “tantino” troppo estremi per rientrare nella norma.A questo proposito, i dottori mi hanno  etichettato come “bipolare” anche se forse sono solo "monopolare".Tuttavia anche nei momenti cosidetti “alti” , dove mi trovavo in una condizione diciamo non malvagia, laddove riusco a sentirmi a mio agio perlomeno nel mio piccolo mondo, ancora spesso mi sano domandato: "Vivere è veramente tutto qui? É questo che è la vita? ”e così, dopo un po’, mi sentivo nuovamente insoddisfatto, a paragonarmi agli altri – che sembravano , come sempre, godersi la vita molto più di te e senza fatica – o addirittura ad un/una vecchio/a te stesso/a più felice, più vivo, più entusiasta.Nel profondo del mio cuore ho sentito il desiderio di superare la depressione una volta per tutte ma, semplicemente, non riesco a credere che ciò puo' essere una reale possibilità e , di conseguenza, non ho fatto altro che zittire quella vocina dentro di me che susseguiva a ricordarmi quanto fosse patetica la vita che, a quanto pare, mi ritrovo a dover vivere.Ho quindi  pensato qualcosa come:” La vita non dovrebbe essere così complicata, così dura!!! É un’ingiustizia!!! ”É possibile che finora tu, giunto/a a questo punto,  ti sia sempre rassegnato/a, che tu ti sia ritrovato/a ad avere troppa paura – peraltro totalmente legittima! – di avventurarti chissà dove ancora; dopotutto, proprio ora che così male alla fin fine non stai, proprio adesso che hai raggiunto una condizione perlomeno decente, tollerabile – condizione a cui tu avrai lavorato sodo per ottenere dopo tutti quegli anni ( o mesi, se la depressione è recente ) passati a soffrire come un cane e/o a pensare al suicidio – chi me lo fa fare di rischiare ancora non avendo certezze? 
BASSI        fase 1 ) SENTIRSI IN FONDO AD UNA VALLE ( pensieri suicidi )
  ↑      ↓          fase 2 ) CERCARE DI ACCETTARE LA DEPRESSIONE E RAGGIUNGERE UNA
                                      CONDIZIONE DECENTE (comfort zone)
  ↑      ↓           fase 3 ) SENTIRSI NUOVAMENTE INSODDISFATTI ( gelosia/confronti )
   ALTI         fase 4 ) SMETTERLA DI MENTIRE A SE STESSI E AMMETTERE IL DESIDERIO DI
                                   SUPERARE LA DEPRESSIONE UNA VOLTA  PER TUTTE ( desiderio di passione ).
In tutti questi anni ( dal 1998 per l’esattezza! ) di alti e bassi, una volta raggiunto questo punto, normalmente non credo di  superare la depressione per sempre fosse un’opzione auspicabile perciò, finivo inevitabilmente per ricadere nella fase numero 1) o simile ( dando così il via ad un ennesimo circolo vizioso ).Concentrandomi allora su questo problema, le mie ricerche mi condussero a delle scoperte interessanti circa alcuni fatti scientificamente provati. E più ricercavo informazioni circa la motivazione, più mi imbattevo in un’unica parola: INCONSCIO.
Per esempio, scoprii che, a quanto pare , ben il 90% dei nostri pensieri – e di conseguenza delle nostre azioni! – sono gestiti dalla nostra mente inconscia; a questo punto, il tipo di credenze che noi alberghiamo all’interno del subconscio, influenza in maniera esponenziale la nostra vita.
Se quindi nel nostro inconscio sono presenti per lo più credenze negative – circa la nostra persona, circa la vita – sarebbero proprio queste convinzioni, radicate dentro di noi da anni di reiterazione e convivenza, ad impedirci di vivere la vita che davvero vorremmo, sabotando, a lungo , e spesso anche a breve termine, tutte le nostre buone intenzioni e buoni propositi a livello conscio , rivolti a cambiare il nostro modo di pensare e le circostanze in cui , di riflesso, ci troviamo a vivere nel presente.
Ecco un’altra parola importante: AUTO- SABOTAGGIO!!!
L’auto-sabotarmi e' una cosa che mi capita costantemente, spesso senza capirne il vero perché; cosa che mi lascia altamente frustrato e demotivato, facendomi sentire un’incapace, portandomi nient’altro che stanchezza e delusione dopo l’ennesimo tentativo da parte mia di apportare un qualche cambiamento radicale e definitivo ad una vita che sentivo di vivere passivamente, di subire, tentativo che finiva poi col risultare immancabilmente in un altro ennesimo fiasco.
” Non valgo una cicca ”  , ” Sono una fallito ” , ” Sono una macchina rotta e irreparabile ”  , ” La gente non cambia mai ” , ” Non merito di essere felice ” , ” Ho il DNA difettato ”  , ” Non sono costante ” ,  ” La vita fa schifo ” …

Monday, February 22, 2016

Tristezza,assenza di volonta',apatia

Ci sono diversi momenti no della nostra vita io ne sto affrontando uno ora mi sento escluso,rifiutato.La tristezza di questa consapevolezza mi da' depressione,apatia,senso di smarrimento.Molte volte trovi persone che tentano di starti vicino ma non per colpa loro non riesci a percepire il loro fluido non riesce a raggiungere il nostro IO.E' un po' come quando sei a uno stadio o a un concerto ma tu ti senti da un'altra parte in un sentiero di montagna da solo.Che legame ci puo' essere tra il senso di esclusione e la depressione o qualche altra malattia psichiatrica?strettissimo ed e' una morsa dalla quale e' difficile staccarsi(accidenti)

Solitamente il senso di esclusione dipende dal fatto che si viene messi da parte o rifiutati da una serie di persone dalle quali desideri essere apprezzato e accettato. Potresti avvertirlo perché sei stato allontanato e/o tagliato fuori da un gruppo di amici o colleghi. È normale intristirsi in questi casi perché tutti abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo. L'uomo è un animale sociale e quando le sue esigenze non vengono soddisfatte, prova dolore e tristezza.Tuttavia, solo perché è comune a tutti soffrire quando ci si sente rifiutati non è detto che si soffre meno, quindi è importante mettere a punto qualche strategia per affrontare il rifiuto.Tutti si sentono esclusi a volte. A meno che tu non abbia litigato con i tuoi cari o li abbia feriti in qualche modo, è improbabile che sarai costantemente messo da parte nella tua vita. Trova conforto sapendo che il rifiuto che hai appena vissuto è momentaneo e non proverai questa sensazione per sempre.Un rifiuto può essere molto traumatizzante e alla fine si corre anche il rischio di agitarsi e stressarsi. Alcune ricerche hanno dimostrato che prendersi qualche minuto per respirare profondamente può ridurre lo stress e favorire un senso di calma
Se sei stato escluso, probabilmente ti sentirai triste e col morale a terra. Il dialogo interiore, se positivo, può aiutarti a combattere queste sensazioni negative e farti sentire meglio dopo che sei stato rifiutato. Pertanto, dopo un episodio del genere, guardati allo specchio per qualche minuto, dicendo a te stesso qualcosa di incoraggiante. Puoi esternare un'opinione sul tuo conto o qualcosa che ti piacerebbe pensare di te.Quando veniamo rifiutati, magari ci sforziamo di ignorare ciò che stiamo provando per evitare di stare male. Invece di fare di tutto per non badare al tuo stato d'animo, concediti la possibilità di soffrire per un po'. Se sei stato ferito gravemente e senti il bisogno di piangere, non esitare. Prendendo consapevolezza delle tue emozioni, potrai andare avanti e affrontare il rifiuto.

Saturday, February 20, 2016

Come una trota sola in un lago

Chi nella vita non ha mai conosciuto periodi di depressione? Tante persone che solitamente appaiono felici fuori, dentro di sé spesso portano un peso che si sforzano in ogni modo di ignorare e di mascherare. Può essere l'infelicità di ciò che si è, della propria vita, dei propri rapporti con gli altri, talvolta anche della propria esistenza. Essa attanaglia il cuore e la mente di giovani e adulti, disoccupati e ricchi, malati e persone che godono di buona salute; è un vuoto comune a tutti gli uomini e le donne.La depressione soffoca la nostra anima fino a logorarla.Ricordo sempre con affetto un amico che sentendo parlare di psicofarmaci dice: "Medicine per l'anima"
Molte persone cercano di sfuggire alla depressione rifugiandosi nei divertimenti, nelle amicizie, negli hobby, impegnandosi nel lavoro, appoggiandosi su un partner, distraendosi mediante gli svaghi... ma il disagio dell'anima non sparisce, anzi sembra aumentare e non trovare soluzione.
Io soffro da anni di una profonda depressione dalla quale non riesco ad uscire; esteriormente sono una persona poco affabile e tranquilla, ma interiormente il travaglio era intenso, a volte mi porta a piangere a lungo; il pensiero di farla finita mi passa per la mente alcune volte, ma essendo cresciuto in una famiglia cristiana lo rigettavo a priori.O forse come mi ha detto un medico e' "la paura di cedere in tentazione" Sono giunto ad attraversare anche un periodo di forte esaurimento, fisico ma soprattutto mentale. Ogni cosa era diventata insopportabile per me, e il rapporto con gli altri e con i miei stessi familiari risentì della mia condizione. Di tanto in tanto scarico su di loro le mie incertezze, le mie angosce, i miei problemi, li accuso facendoli soffrire inutilmente, e non capisco che il problema non e' attorno a me, ma dentro di me!
Penso che cambiare vita, ambiente, lavoro, abitudini, finanche il mio carattere, avrebbe potuto costituire una soluzione anche solo parziale al mio problema. In realtà, qualunque cosa io facia, la depressione non va via: posso fingere che non esistesse, posso riuscire ad ignorarla riempiendo le mie giornate di impegni, passatempi, uscite con gli amici... ma chi voglio ingannare? Al primo momento di solitudine devo affrontare nuovamente quell'inspiegabile tristezza che era nel mio cuore.
Mi reputo cristiano, non commetto crimini di alcun genere, quando potevo facevo anche del bene a chi aveva bisogno... perché, allora, vivo nell'insoddisfazione? Cosa mi manca? E Dio, dov'e'?
Si, io credo in Dio, mi rivolgo spesso a Lui quando ho qualche problema. Ma questo era tutto! Non ho forse un rapporto con Lui, non lo amo come un figlio ama suo padre, in una parola, non conosco Dio.
Perché tanti soffrono di depressione, e anche tante persone "religiose", che dicono di credere in Dio, brancolano nel buio della propria anima?
Perché hanno messo da parte Dio! Magari essi credono anche nella religione, cioè nel formalismo, nell'essere cristiani di nome essendo però, di fatto, persone che vivono principalmente per se stessi, per i propri desideri, decidendo da soli cosa fare della propria vita, e cosa mettere al primo posto nel proprio cuore: quello, nei fatti, è il loro vero dio.
Dov'è Dio nella nostra vita? La Bibbia dice: "non c'è sulla terra nessun uomo giusto che faccia il bene e non pecchi mai". Non importa se sei ateo o anche molto religioso, o se hai commesso qualche piccolo peccato o dei gravi crimini, sei comunque un peccatore perduto e separato da Dio.
Questo è il vuoto che hai nell'anima: nel tuo cuore manca il Signore. L'anima tua desidera l'abbraccio e l'amore di Dio, poiché Dio ti ha creato per vivere in comunione con Lui. Tu puoi cercare di riempire quel vuoto con tutto quello che il mondo ti offre, in bene e in male, ma non ci riesci perché è un vuoto che solo Dio può riempire.
Egli non è un Dio lontano e disinteressato. Lui TI AMA! Ti ama perché per salvarti, Gesù, il Figlio di Dio, venne nel mondo e portò i tuoi peccati sulla croce: ha pagato interamente la condanna che meritavi tu, morendo al tuo posto e versando il Suo sangue innocente.
Questa è la buona notizia del vangelo: "Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui".
Riconosciti peccatore davanti a Lui, e abbandona ai Suoi piedi tutti i tuoi peccati. Accetta la salvezza che Lui ti offre, chiediGli di fare di te una nuova creatura e di essere da oggi in avanti il tuo Signore e il tuo Salvatore, e tu conoscerai l'amore sconfinato di Dio!
Questa è la nuova nascita di cui parlò Gesù: non sarai più solo una creatura di Dio, ma un figlio di Dio. Egli sarà tuo Padre, e tu sarai un suo figlio. Non sarai mai più solo, ma conoscerai finalmente quella gioia e pace profonda nel cuore, che il mondo non ha e non può darti.
Dio stesso veglierà su di te con amore in ogni istante della tua vita, e tu saprai che in ogni momento potrai rivolgerti a Lui, nel nome di Gesù, certo che Egli ti è accanto e non ti abbandonerà mai, e che un giorno sarai con Lui nel regno dei cieli.
Non aspettare oltre, vai a Gesù così come sei, Lui l'ha promesso: "Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori".
Credo che ci sia un filo sottile da ritrovare tra la psichiatria e la fede.Credo che la psichiatria dovrebbe essere affiancata anche da un percorso psicoterapeutico e vedrei in questo anche un uomo di fede che si potrebbe avvicinare a questa pratica.
L'amara realta' e' che la psichiatria e la psicologia sono molto razionali e che non vedro' mai un affiancamento di questo tipo in questa era in cui le vocazioni sono sempre meno e un prete o chi per esso promuova la parola di Dio si veda dislocato su 7/8 parrocchie.
Infondo mi mancano i tempi della gioventu',dei campi-scuola dove si viveva in comunita' ed era piu' facile questa relazione persone/Dio/catechesi/vita di ogni giorno.
Siamo soli in questa vita come una trota in un grande lago disabitato destinati a sopperire nella solitudine e soffocati dalla depressione.



Thursday, February 18, 2016

il coraggio di vivere

IL CORAGGIO E LA FORZA INTERIORE PER VIVERE
Il coraggio e la forza interiore sono elementi fondamentali per vivere, per andare incontro alla vita che di certo ha in serbo difficoltà in grado di suscitare in noi non poche paure.Paure che in molti si presentano quotidianamente e che si manifestano con altri stati psichiatrici devastanti che non staro' a citare.La vita a volte dà uno scossone alla nostra esistenza con tragedie come un lutto, la fine di una relazione importante la fine di un lavoro, la "presa di coscienza di uno stato di inutilita'"occorre coraggio e forza interiore nell’affrontare il cambiamento di qualunque natura esso sia. Sicuramente in caso di eventi negativi il nostro coraggio, la nostra forza interiore ed il nostro equilibrio psicologico vengono messi a dura prova: emozioni forti, un senso di profonda inquietudine ed incertezza prendono il sopravvento e ci si sente come un “puzzle che va in pezzi”.
La paura connessa al cambiamento è normale, sia che il cambiamento sia improvviso o anelato, sia che sia stato voluto o che sia stato subito. Inizialmente si esperisce un’angoscia dovuta al fatto che la persona si trova a fronteggiare ed accettare una “perdita”, generata da tale cambiamento per poi far leva sulla propria forza interiore al fine di attivare le proprie risorse e potenzialità, nella ricerca di nuove e fragranti modalità per affrontare il cambiamento. Per ridurre il dolore ci si può affidare ad altri, per esempio agli psicoterapeuti, agli amici di cui ci si fida, ad una nonna saggia, per attraversare ed avere indicazioni utili su come superare il momento di sofferenza.
Inutile seguire in quei momenti la "massa" : andare in discoteca , a eventi,a giro in citta' frequentare luoghi chic dove l'importanmte e' apparire.Ci si sente doppiamente tristi e stupidi quando si capisce se prima si era in quella massa magari come protagonisti si comprende uno stato di stupidita' e ci si domanda : ma anche io ero cosi'?
Non credo che esista una strada che allevi totalmente il dolore, possiamo solo mitigarlo crearci un nostro mondo per elaborare questa difficile esperienza,e viverla in maniera piu' razionale possibile se mai la tristezza o la follia generata possa essere definita razionale.
Io vivo i miei malesseri prevalentemente da solo con un hobby,passeggiate tristi,ricerca di luoghi isolati e di meditazione e altri momenti.Ho notato come un forte temporale vissuto in montagna scarichi le tensioni emotive e gli stress.

Alcuni si adattano presto al cambiamento, altri richiedono un processo più laborioso e faticoso: ma da cosa deriva questa differente capacità di resistere agli “urti” della vita?
In psicologia, a tale proposito si parla di resilienza. Questo termine è stato mutuato dalla fisica e sta ad indicare la capacità che hanno i materiali di “assorbire” gli urti ed evitare di “spezzarsi”. Allo stesso modo, per le persone, la resilienza è la capacità di un individuo di affrontare situazioni negative o traumatiche, reimpostandole e riorganizzandole, in modo da non farsi travolgere da esse.Attraverso la resilienza un individuo riesce a trarre da qualsiasi evento negativo una motivazione positiva, gestendo così in modo del tutto personale la negatività esterna ed avendo il pieno controllo di se stesso. Non è quindi solo capacità di resistere, ma anche di “ricostruire” la propria dimensione, il proprio percorso di vita, trovando una nuova chiave di lettura di sé, degli altri e del mondo, scoprendo una nuova forza per superare le avversità.
“Cosa c’è di positivo, di buono, nell’evento negativo che mi sta accadendo?”
“Qual è il senso che posso attribuire a ciò che mi sta accadendo?”
Credo che siano tutte fandonie ho visto molti uomini forti cedere anche se non lo fanno apparire e i piu' fragili lo fanno apparire?ma alla vista di molti fatti di cronaca chi puo' dire che i piu' deboli sono quelli piu' stupidi?la presa di coscienza della sofferenza purtroppo non e' il primo passo verso la guarigione come dicono in molti ma evitano molto spesso di fare delle sciocchezze


Sunday, February 07, 2016

c'e' gloria nel non essere compresi?

Realizzo che la mia vita oramai è andata completamente a rotoli ... voglio morire ... io lo so che qualcuno di voi qui ci ha provato, quindi voglio capire come avete fatto ... perché io non ho più voglia di fare nulla ... mi dicono che sono io che non voglio cambiare, ma tentare di cambiare mi sembra inutile, non vedo il senso ... non ho amici, da due anni seguo una TCC che ho intenzione di abbandonare ...  a casa ho una marea di problemi, e mi madre non mi capisce .. con lei non posso parlare ... mi sento una nullita' ... ultimamente è stato un periodo tremendo ... stavo già malissimo di mio ... un mesetto fa, un mio compagno del giorgi mi ha invitato ad una festa .. qui mi ha presentato un suo amico, che qualche giorno dopo ho contattato io su fb (per chiedergli se conosceva un'altra persona che avevo visto alla festa in questione) ... abbiamo scambiato qualche messaggio e poi lui mi ha chiesto di uscire ... siamo usciti diverse volte e lui è stato sempre gentile ...  continuo dunque a non capire questa ' strategia ' del rischiare .. ho rischiato e non ho ottenuto altro che il nulla ... ho attenuto che voglio farla finita.....amici? quello migliore?e tra qualche mese, o anno, lui se ne andrà comunque lontano da qui ... io non ce la faccio a fare le cose ... mi sembra tutto inutile ... come faccio a cambiare se mi sembra che non abbia senso? se mi sembra che non otterrò niente lo stesso? .. sono 38 anni che sto da solo con il mio malessere/solitudine ..... io l'avevo detto anche alla psicologa che un'altra situazione cosi' non l'avrei tollerata ... non riesco a sopportarla ... voglio autodistruggermi e basta ... perché per me questa vita non ha più senso ..... sono stufo di sentire sempre le solite cazzate .... tanto ormai voglio solo finirla/isolarmi ... Vorrei un posto dove isolarmi riflettere e meditare .....dove non passano estranei mi basta la mia connessione internet (facebook inizio a odiarlo).....cercare le foto che mi piacciono,glia forismi che mi piacciono,le scritte sui muri che molti disprezzano ma che in realta' sono dense di significato......voglio ascoltare solo musica meditativa(indiana o etnica) o al massimo molto mielosa come la Pausini con i suoi amori e umori di questa vita....Mi sento un po' come il mare :abbastanza calmo per intraprendere nuovi rapporti umani,ma periodicamente in tempesta per allontanare tutti e stare da solo......vorrei una casa isolata dove la tempesta mi facesse compagnia.....La verita' e' sempre quella:la cattiveria degli uomini che ti abbassa e ti costruisce un tuo santuario di odio dietro la porta della tua vita socchiusa.....medito e alle volte non so se serve a qualcosa...tre giorni a settimana sono impegnato,servira'? ci sara'a uno scopo?...e' brutto non vedere una luce in ogni cosa che fai ma solo ombre ma infondo sono solo l'immagine riflessa della mia ombra che cammina.......(Daniele Orsi 07/02/2016)


Tuesday, February 02, 2016

Pensare in positivo "lo zibaldone"

1. Stare bene con sé stessi.
Il primo passo verso la felicità è stare bene con sé stessi. Tutti abbiamo dei difetti. Nessuno è perfetto. Accettatevi per come siete venuti al mondo qualsiasi siano la vostra storia, la vostra pelle, il vostro naso, i vostri occhi, i capelli, le lentiggini, il seno o le vostre misure "più intime". Dovete accettarvi per come siete ed amarvi.
E' la prima causa di infelicità. Se non siete a posto con voi stessi, farete di questo problema la vostra più grande preoccupazione che sarà al centro dei vostri pensieri quotidiani. Uccide la vostra autostima, la fiducia in voi stessi e la felicità che ognuno ha dentro di sé. La relazione con noi stessi è la più importante e se non riuscite a risolvere la questione, continuerete ad arrovellarvi il cervello. 
Se lo trovate difficile perché gli altri vi discriminano o vi giudicano, state alla larga dalla persone superficiali e chiuse. Voi siete migliori di così. Dimostrate a loro e a voi stessi, che siete in gamba e pieni di talento in tantissimi altri modi. Circondatevi di persone che condividono i vostri valori e lasciate perdere quanti hanno un atteggiamento negativo.
2. Siate grati per ciò che avete e non paragonatevi mai agli altri.
Non sarete mai davvero felici se continuate a guardare altrove e a desiderare ciò che non avete. L'erba del vicino sembra sempre più verde, ma questo non vuol dire che lo sia davvero. Se continuate a desiderare, a sperare, aspettarvi qualcos'altro e non siete contenti di ciò che già avete sarete sempre tristi, credendo che manchi qualcosa alla vostra vita.
Ancor peggio se vi paragonate continuamente agli altri, desiderando che la vostra vita, i vostri corpi, la vostra famiglia e il vostro partner siano come i loro, vi sentirete bruciare d'invidia. Paragonarsi agli altri in modo sano ed avere dei valori di riferimento con cui misurare successi e traguardi può essere stimolante, ma farlo consumati dall'invidia non lo sarà affatto.
Se riuscite a vivere semplicemente e dare valore a ciò che avete, riconoscendo che siamo tutti diversi, se riuscite a smettere di paragonarvi agli altri, potrete vivere con gioia e felicità la vostra vita quotidiana.
3. Cercate il lato positivo in ogni situazione.
Nella vita le situazioni spiacevoli e incontrollabili sono sempre dietro l'angolo. Potete scegliere di sentirvi infelici, infastiditi, arrabbiati o stressati oppure ribaltare la situazione e concentrarvi sul suo lato positivo. Potete scegliere di restare imbrigliati in una circostanza negativa o lasciar scorrere, andare avanti e ricominciare.
Imparate da un fallimento o da una brutta esperienza e non ripetete più lo stesso errore. Le battute d'arresto hanno sempre qualcosa da insegnarci. Senza difficoltà non si può crescere. Prendetela come un'opportunità per allenare la vostra mente ad essere più forte, più resiliente e più preparata ad affrontare le situazioni che la vita vi presenta.
4. Abbandonate la vostra smania di controllo.
Il controllo vi fa sentire al sicuro. Ma allo stesso tempo, insieme al controllo perdete anche la libertà. Vi disorienta, vero? Quando cercate di controllare la vostra vita, le situazioni e talvolta anche le persone, lo fate per sentirvi più sicuri.
Tuttavia, nel momento stesso in cui vi sentite sicuri perché avete in mano la situazione, in realtà state perdendo il controllo di voi stessi e, molto probabilmente, anche degli altri. 
Questo accade perché si diventa dipendenti dalla sensazione del controllo. Può farvi impazzire perché non tutto va sempre come avete pianificato. Provare a controllare ogni cosa non solo allontanerà gli altri (e questo vi getterà nel panico ancora di più) ma vi impedirà di raggiungere la felicità che viene da voi stessi.
5. Lasciate perdere il rancore.
Molto spesso vi aggrappate alla vostra ira nella convinzione che questo turberà le persone con cui siete arrabbiati e farà capire loro che vi hanno fatto qualcosa di male. La verità è che vi state appigliando a qualcosa che vi brucia dentro. Quando siete in collera con qualcuno il dolore ricade più su di voi che sulla persona che vi ha fatto infuriare. Quando odiate avete un fuoco in testa.
Non importa cosa vi abbiano fatto, se vi abbiano ferito, trattato con superbia, sottostimato, pugnalato alle spalle, approfittato di voi o tradito... quando covate odio, covate anche dolore. Solo quando imparate a lasciarlo andare, liberate la vostra anima dalla sofferenza. Non conta cosa abbia portato gli altri a ferirvi, la miglior cosa da fare è lasciar perdere. 
Sarà difficile se non lo avete mai fatto prima. Lentamente, un giorno alla volta, siate pazienti, lasciate correre, dimenticate chi vi ha fatto del male, sentirete la vostra forza crescere sempre di più.
Se avete difficoltà a lasciar correre, provate con la meditazione. Anche questa pratica è dura perché, mentre meditate, dovete comandare a voi stessi di non pensare a nulla... ma è questo il segreto! La capacità di controllare i propri pensieri, di concentrarsi e di mantenere la mente serena rafforza i muscoli della mente... Questo è il potere segreto della meditazione.
6. Vivete il momento.
Credo che una delle ragioni della felicità dei bambini e delle coppie alle prime uscite risieda nel fatto che riescono a godersi il momento. Sono concentrati su ciò che sta accadendo sotto i loro occhi e sulla persona che hanno accanto. Quando vivete il momento e date il meglio di voi, vi sentite semplicemente felici. Perché non dovreste? Non avete preoccupazioni per il futuro e non vi sentite tristi per il passato.
Prendete ogni ora così come viene, fate ciò che dovete fare e portate a termine i vostri compiti. Smettetela di analizzare tutto eccessivamente e di cercare di prevedere e pianificare le cose a lungo termine. Il cambiamento è l'unica costante della vita. Vivete il momento e fate del vostro meglio.
7.Evitate di analizzare tutto nei minimi dettagli.
Lo facciamo tutti, esaminiamo troppo le cose, le relazioni, la carriera, le nostre finanze. L'analisi eccessiva ci porta a rimuginare su qualcosa, a pensarci continuamente, cercando di scavare sempre più a fondo, perché siamo convinti che ci porterà ad una soluzione, in un modo o nell'altro. Quando abbiamo un dubbio, scandagliare la situazione ci conforta. Nella maggior parte dei casi, non troviamo alcuna risposta ma solo una serie di preoccupazioni. 
Per evitarlo, abbiamo bisogno di essere più schietti con le persone che ci creano dei dubbi, prendere le cose come vengono e dare ascolto al nostro intuito.
8. Smettete di preoccuparvi del futuro.
Molti di noi si preoccupano. Ci preoccupiamo del futuro, della nostra carriera, della salute, dello stile di vita, dei soldi e delle persone che amiamo. Lo facciamo perché abbiamo paura, ma preoccuparsi non migliora le cose a meno che non smettiamo subito di farlo e iniziamo a impegnarci per i nostri obiettivi. Se vi preoccupa la vostra salute con l'avanzare degli anni, dovreste iniziare a mangiare in modo sano ed allenarvi regolarmente. Se invece vi preoccupate per i soldi, sarà meglio iniziare a risparmiare per i tempi di magra. Se siete preoccupati per i vostri figli, spronateli a fare qualcosa per aiutarvi ad allentare le vostre tensioni.
Ricordate che preoccuparsi per le persone che amate non le farà sentire meglio. Si ripercuoterà sulla vostra salute e sulla vostra pressione sanguigna. I vostri cari dovranno agire da soli, potete solo incoraggiarli e aiutarli ad imboccare la giusta direzione.
9. Ridimensionate l'ego e siate onesti.
Crediamo che il nostro ego sia una specie di addetto alla sicurezza che protegge la nostra autostima dagli attacchi esterni. Invece, a volte, diventiamo vittime di noi stessi. Succede quando l'ego prende il controllo, ci rende troppo arroganti, guidando le nostre azioni. Così alteriamo la nostra realtà, viviamo in un'illusione. A volte lo facciamo pensando che ci porterà a qualcosa. Altre volte perché ci fa sentire bene con noi stessi. In qualunque caso, lasciare che l'ego diventi il vostro scudo vi farà solo male perché non potete essere davvero voi stessi. Vivete di bugie e, a lungo andare, siete esausti perché state fingendo, attirando persone che si comportano allo stesso modo. Col tempo vi stancherete ed avrete la sensazione che nessuno vi capisca davvero. Allora capirete che non sarete mai davvero felici se non siete onesti con voi stessi e con gli altri.
10. Tenete aperta la mente.
Una mentalità ristretta vi può ferire più di quanto pensiate perché, per natura, noi esseri umani non 
amiamo essere criticati. Non ci piace la sensazione di essere in errore perché ci fa sentire respinti e non accettati. Quindi se non avete una mente aperta, vi affidate ciecamente alle vostre idee e convinzioni e vi opponete a chi la pensa diversamente, rischiate di sentirvi molto agitati e inquieti quando avrete a che fare con chi ha opinioni diverse dalle vostre. 
D'altro canto, se avete una mentalità aperta non vi dispiacerà dare ascolto alle opinioni altrui. Anzi, accoglierete le differenze, vorrete capirle meglio, vi adatterete facilmente e sarete flessibili nell'approccio. Non vi troverete a combattere con voi stessi per accettare gli altri. Sarete a vostro agio con le differenze e favorevoli al cambiamento.