Wednesday, March 28, 2007

300

300300 è il secondo film tratto da un'opera di Frank Miller e devo dire che rispetto a Sin City mi è piaciuto ancor di più.

La trama parla di un gruppo di 300 soldai Spartani capitanati da Re Leonida, uniti per fronteggiare i Persiani che vogliono conquistare la Grecia.

Quindi 300 soldati soltanto contro migliaia di uomini, 300 soldati allenati sin dalla nascita alla guerra, con l'unico obiettivo di combattere per i propri ideali e per il loro fido Re.
Bellissima la compattezza di questi uomini, bellissimo veramente il messaggio di fondo anche se rimane un pò utopico nella società attuale... una società pronta a schiavizzarci sin dalla nascita.
Troppe volte si dimentica il valore della libertà, presi come siamo dai nostri doveri di ogni giorno,
troppe volte ci si dimentica della propria dignità.

Il film è molto epico e spettacolare, pieno di scene cruente ma mai gratuite o fini a sè stesse. La fotografia è particolare e fa un largo uso di Computer Grafica, veramente d'effetto l'impatto visivo, anche se ogni tanto il tutto risulta un pò troppo patinato, soprattutto alcune scene sembrano uscite un pò da una pubblicità patinata.
Non nascondo che proprio per questo alcune scene mi hanno strappato un sorriso... ogni tanto mi sembrava di vedere un gruppo di spogliarellisti di una qualche pubblicità televisiva.

I colori sono stupendi. quasi sempre a mezzi toni, pronti ogni qual volta a piegarsi al volere della scena, al volere del regista, che come un grande pittore ha saputo usare la propria tavolozza per enfatizzare ogni qual volta lo desideri una scena nel migliore modo possibile.

Il giovane regista Zack Snyder ha fatto sicuramente un ottmo lavoro riuscendo a cogliere bene lo spirito della Graphic Novel di Miller, tra l'altro sta preparando un altro flm tratto da fumetto, parlo di un certo Watchmen e se il buongiorno si vede dal mattino direi che c'è da ben sperare per la riuscita dell suo prossimo lavoro.

Monday, March 26, 2007

guerra si o guerra no

da Repubblica:

"Vergognati, assassino guerrafondaio"
Bertinotti contestato all'università di Roma

La replica: "E' solo un'ala della sinistra estrema"
Casini: "Attacchi che dimostrano debolezza di pensiero"


"Vergognati, assassino guerrafondaio"
Bertinotti contestato all'università di Roma"
ROMA - "Vergogna assassino, guerrafondaio, buffone". Frasi durissime. Accuse di voltafaccia. Di aver abbandonato in nome della realpolitik e della partecipazione al governo la scelta pacifista portata avanti da sempre come un vessillo. E anche di partecipare ad un convegno organizzato da Comunione e Liberazione. Fa scalpore la dura contestazione messa in atto da una cinquantina di studenti del Coordinamento dei collettivi all'indirizzo del presidente della Camera, Fausto Bertinotti al suo arrivo alla facoltà di Lettere dell'Università 'La Sapienza' di Roma.

L'ira del presidente della Camera. Slogan e striscioni contro l'impegno italiano nel conflitto afgano. Contro la decisione di Rifondazione di votare per il rifinanziamento della missione. Insulti a cui Bertinotti risponde secco: "Buffone sei tu se dici così. Chiedetemi scusa e non chiamatemi assassino". Per poi raggiungere, sempre seguito dai contestatori, l'Aula del convegno.

Slogan e striscioni. Un ingresso avvenuto mentre i contestatori innalzavano striscioni durissimi: "Bertinotti: un impegno concreto contro la guerra, spillette della pace per tutti!", "8 marzo, la Camera vota la guerra in Afghanistan: giorno inFausto". Ed ancora: "Dalla non violenza alla base di Vicenza", "Seminate i cadaveri, importate i papaveri. La vostra pace è in Afghanistan".

"La sinistra combatta le schegge". "Riteniamo legittimo e necessario contestare la presenza di un esponente di chi partecipa alla guerra globale e permanente e di chi, ex segretario del Partito della Rifondazione Comunista, aveva fatto della nonviolenza la propria bandiera" dicono i collettivi universitari. Ma Bertinotti minimizza la contestazione, la circoscrive "ad un'ala della sinistra estrema, che rifiuta la non violenza" e spiega: "Per le forze pacifiste di sinistra si pone un problema: non c'è solo il terreno della lotta culturale contro il moderatismo, ma anche contro quelle schegge dell'estrema sinistra che rifiutano la politica e la non violenza''. In quest'ambito va fatta una ''battaglia culturale in pieno rispetto ma molto ferma. La rivoluzione non è un pranzo di gala, ma neppure la politica. Bisogna tentare di capire le verità di chi contesta anche se le forme sono considerate molto sbagliate".

Saturday, March 17, 2007

cave e colonnata


Oggi visita alle cave a Carrara e successivo pranzo e visita del paesino di Colonnata assieme al gruppo del "Club del sigaro Toscano".

Molto bella la cava dentro la montagna 400 mt dal livello del mare, 450 dalla vetta del monte la solita dove michelangelo ando' a prendere il marmo per scolpire il "david"

Tra il menu' del ristorante molto gustoso il noto "lardo di colonnata"



Colonnata è un antico borgo che sorge su uno sperone roccioso adagiato ai piedi delle Apuane e segnatamente vicino ai monti Maggiore, Spallone e Sagro: è famoso in tutto il mondo per il lardo che vi si produce, che è veramente unico. Ma come si arriva a questo paese? Colonnata si trova vicino a Carrara e per chi viene dalla costa bisogna aggiungere che si trova oltre la città sui contrafforti montuosi delle Apuane: per arrivarci è necessario uscire con l'auto al casello di Carrara dell'autostrada Genova - Rosignano per seguire, poi, le indicazioni per le cave di marmo e, segnatamente, per questo antico paese. La valle di Colonnata la si raggiunge da una strada che dall'antico borgo di Vezzala risale verso Bedizzano (paese di cavatori) e, poi ,prosegue a mezza costatino a giungere a questo borgo posto a 532 metri slm: tra le cose più interessanti di questa zona si segnala il più grande complesso estrattivo di epoca romana fino ad ora mai rinvenuto nella zona apuana, quello di Fossacava, località posta un chilometro a valle del paese. La cava, che si sviluppava ad anfiteatro lungo un fronte di 200 m., risale alla prima metà del I° sec. d.C. e produceva un marmo chiamato all'epoca "azzurro variegato": l'interesse archeologico per questa zona è stato accresciuto dal ritrovamento, tra i molti attrezzi da scavo, di una statuetta raffigurante Artemide che sorregge una fiaccola, ora al Museo Archeologico di Firenze. Anche il paese di Colonnata è di origine romana e il nome stesso deriva dal fatto di essere nato come colonia, abitato da coloro che lavoravano alle cave: in paese non si può entrare con l'auto che va, invece ,parcheggiata nei due piazzali posti all'ingresso del centro abitato; le vie sono, infatti, molte strette, ripide, passano sotto caratteristici archi e raggiungono il punto più alto nel luogo ove è posta la chiesa che risale al XII sec e dove si trova il monumento al cavatore; comunque non si può visitare il paese senza fare una sosta nelle botteghe dove si vende il lardo, che qui è proprio il massimo.

BREVE STORIA - Nell'anno 177 a.C. i triumviri Marco Emilio, Lepido e Licino,consoli di Roma, trasferirono a Luni, colonia romana, duemila coloni ad ognuno dei quali furono concessi cinquanta agri di terra da coltivare: parte degli schiavi che i Romani avevano trasferito a Luni furono, poi, inviati nelle vicine Alpi Apuane per estrarre il marmo, marmo da spedire con le navi da carico (chiamate "onerarie") a Roma per abbellire palazzi e monumenti; questi grandi blocchi di marmo recavano tutti incisa la scritta A.U.PH. (ad usum phori) ed erano pertanto esentati da qualsiasi imposizione fiscale. Queste persone, portate in questi luoghi dai Romani, si fusero con la popolazione indigena dando origine ad una forte comunità montana: questi cavatori dell'epoca erano comandati da un certo Ilario, come si è scoperto da una lapide ritrovata nel 1810 nella quale erano anche elencati una lunga serie di consoli romani. Trascorso il periodo legato alla storia di Roma, non si hanno più notizie certe di Colonnata fino al Basso Medioevo quando nel "Regesto del Codice Palavicino" si rilevano atti concernenti determinate concessioni ai colonnatesi; è da rilevare che nel 1570 Colonnata contava solo 24 nuclei familiari mentre nel 1553 solo sedici uomini avevano sottoscritto l'atto di fedeltà al nuovo principe marchese Alberico Cybo Malaspina. Colonnata si è poi sviluppata soprattutto sul lavoro delle cave e la sua è una storia di fatica e di lotte per il miglioramento delle dure condizioni di lavoro in questo che è il regno degli anarchici: negli ultimi anni a migliorare le condizioni di vita della popolazione ha contribuito la riscoperta del lardo che è diventato famoso in tutto il mondo.

LE CAVE - Il bacino di Colonnata costituisce la parte orientale della regione marmifera carrarese e conta una settantina di cave, di cui 44 attive su una superficie complessiva di 500 ettari: l'accesso al bacino è consentito da una strada che risale la valle del torrente Carrione, sede di numerose segherie per la lavorazione del marmo, fino a giungere al paese di Bedizzano e da qui, attraverso un fitto bosco di castagni, prosegue a mezza costa fino all'imbocco del bacino segnato da una serie di piccoli scassi aperti fin nei primi affioramenti del marmo. Poco dopo, in località La Piana, sulla destra della strada si apre una profonda cava (la n.° 175) che si può osservare da una soprastante terrazzina panoramica: sempre in questa zona, dall'altra parte della valle, è ancora visibile l'antico tracciato della Ferrovia Marmifera proveniente dal bacino di Miseglia e ben riconoscibile dall'ingresso di una delle tante gallerie che attraversava. Dopo alcune centinaia di metri la strada arriva in località Calagio e sulla destra si apre una grande cava a fossa dove sono state rinvenute tracce di escavazione romana, ora purtroppo scomparse, che facevano parte di un grande complesso estrattivo che comprendeva anche le cave di Gioia, situate più a monte:l a zona Calagio - Gioia è veramente interessante dal punto di vista archeologico perché vi sono stati rinvenuti molti reperti storici come monete, epigrafi incise sulle pareti rocciose, un piccolo bassorilievo raffigurante il dio Silvano e altri manufatti in marmo. Sempre in località Calagio, sulla sinistra, partono alcune strade di arroccamento verso le cave in attività: su una di queste strade si giunge ad un bivio nei pressi di una vecchia casa di cavatori e a destra prosegue una strada in salita verso una cava attiva mentre a sinistra un'altra strada scende verso una valletta dove si trova il complesso estrattivo di Fossacava, sicuramente il più ricco di testimonianze archeologiche tra le cave lunensi fino ad ora conosciute, tra cui una statuina raffigurante Artemide che, come già detto, si trova ora al Museo Archeologico di Firenze. La cava, datata intorno alla prima metà del I sec.a.C., produceva marmo Bardiglio Nuvolato, a suo tempo chiamato da Stradone "azzurro variegato". Tornando in località Calagio, la strada procede rettilinea verso il paese ma, dopo un centinaio di metri, su uno slargo sulla destra inizia la strada asfaltata che conduce alla zona delle cave del bacino di Gioia ( la n.° 173), una delle più grandi di tutto il comprensorio carrarese, perché la sua posizione geografica ne ha consentito una estesa coltivazione su più gradini; qui si trovano soprattutto tre tipi di marmo: il venato, l'arabescato e il bardiglio.

IL LARDO - Il lardo è quel salume che ha reso famosa Colonnata nel mondo: un tempo era il "companatico" dei cavatori, che lo affettavano sottile per metterlo dentro le pagnotte rustiche insieme ad alcuni pezzetti di pomodoro; il tutto veniva preparato la mattina presto e insieme al fiasco di vino serviva ad assicurare le calorie necessarie ad affrontare le ripide salite e la fatica degli scavi. Il lardo di Colonnata deve la sua eccezionale bontà alla stagionatura, la cui origine risale intorno all'anno Mille: infatti il lardo, che si ottiene prendendo lo strato grasso della schiena del maiale ripulito della parte più grassa (detta "spugnosa") viene posto in una vasca scavata in un blocco di marmo ("conca") poche ore dopo la macellazione. Per prima cosa la conca viene vigorosamente strofinata con aglio e aromi ("camicia") quindi si adagia il primo pezzo di lardo sul fondo su uno strato di sale naturale in grani, pepe nero appena macinato, aglio fresco sbucciato, rosmarino e salvia spezzettati; la conca viene poi riempita a strati alternando il lardo al sale e agli aromi per essere poi coperta da una lastra di marmo. Il lardo rimane nella conca per un periodo che va dai sei ai dieci mesi per la stagionatura: il sapore della sua bontà è tutto in questa stagionatura e ad arricchire il sapore vengono anche aggiunti tra gli aromi cannella, coriandolo, noce moscata, chiodi di garofano, anice stellato e origano. Il profumo del lardo è fragrante e il gusto è delicato: si consuma ripulito della cotenna, tagliato in fettine sottilissime adagiate su pane fresco appena scaldato. Nella seconda domenica dopo il ferragosto a Colonnata si tiene la "Sagra del lardo", che attira migliaia di turisti: non è certamente questo il giorno per venire in questo paese adagiato ai piedi della Apuane a gustare il prelibato salume e a visitare le numerose cave che biancheggiano sui pendii delle montagne o ad acquistare ricordini nei numerosi negozi che si trovano lungo la strada che conduce al paese.

Wednesday, March 14, 2007

Vendesi Castello di Dracula

L'8 febbraio 1431 l'Imperatore Sigismondo di Lussemburgo, riconoscente per i servigi resi, concesse al Conte Vlad, ad un nobile di Norimberga, i territori rumeni della Transilvania e della Valacchia.

Come ricordo di tale concessione e per suggellare un patto di fiducia, l'imperatore Sigismondo donò al Conte Vlad anche un medaglione dorato, con incisa l'effige di un drago.

Aspettando l'incoronazione ed il riconoscimento ufficiale quali nuovi proprietari, il conte Vlad e la sua famiglia si stabilizzarono in Transilvanian nella città di Sighisoara. Il primo atto del suo dominio fu quello di coniare due tipi di monete, incidendo su di esse un dragone simile a quello del medaglione.

Visto che il rumeno è una lingua di origine latina, la parola DRACO - ONIS (dragone, riferito al medaglione) fu tradotto in DRACUL (DRACULA) ed in rumeno DRACUL significa diavolo.

Questo soprannome (Dracula) divenne, quindi, il cognome di tutti i discendenti della famiglia del Conte Vlad.

Il Conte Vlad Dracula nacque a Sighisoara che, all'epoca, era caduta sotto la dominazione dei Turchi.

Nell'anno 1456, però, il conte Vlad Dracula riuscì a liberare la Transilvania e la Moldavia dalla dominazione ottomana ed in virtù di questo venne eletto principe di Transilvania e Valacchia.

Dal momento della sua salita al potere il Conte Dracula , da tutti considerato come il più acerrimo nemico dei turchi, riorganizzò lo Stato e l'esercito ed instaurò una ferrea legge.

Applicò la pena di morte impalando quelli che considerava i propri nemici (turchi, ladri, mendicanti, preti furbi ed usurpatori).

Alcune volta era il Conte Dracula stesso ad eseguire le sentenze e perciò gli venne attribuito il soprannome di Vlad Tepes (Vlad l'Impalatore).

La storia della sua tumultuosa vita, un misto di eroismo, atrocità e lussuria, arrivò ben presto in Europa ma, con il passare del tempo, prevalse l'aspetto più sanguinoso.

Sunday, March 11, 2007

montagna o no?

Mi sveglio alle nove ho molto caldo questa stagione assurda non mi fa capire niente
non so come vestire non so come prevedere gli eventi temporali
scanso col le game la coperta di lana che avvolge il letto adesso si sta meglio
ma ormai sono sveglio conviene sfruttare la mattinata
scendo dal letto mi affaccio alla finestra il tempo è bello il sole splende.
Tanto esco di casa e vado a prendere un caffe' ho trovato qualcuno con cui prendere il caffè
ogni fine settimana prendo il caffè sempre al solito bar mi avvicino
la barista mi saluta con lo sguardo di chi pensa "sei arrivato, iniziavo a preoccuparmi"
bevo il mio caffè in compagniaaltri due passi torno alla macchina
è ora di pranzo potrei passare a prendere i miei fumetti in edicola ma non vado a quella vicino casa ma vado a borgo giannotti e oltre i fumetti trovo una bella guida su linux che mi interessa.
I miei tornato a casa non ci sono e io allora decido per un giro in montagna.Vado a Gioviano alla chiesetta rifletto un po' sono un po' confuso in questi giorni non so bene cosa e' bene cosa e' male o forse se lo so mi torna male dirlo sai quando ti trovi nella circostanza che se dici si o no o non lo so comunque qualcuno si arrabbia con me......
Sono perplesso.Torno in giu' mi fermo da un amico per due parole e mi metto a letto tornatoa casa.Ceno.Dopo cena vado al barino dove poi sorseggio un po' di vino assieme a degli amici e verso le 23 un ragazzo li mi porta a bere una birra in una birreria che fa birra da se qui a Lucca.
Vuoto il locale.Arriva l'ora di andare a casa e mi metto al pc nerdeggero' un po'.
Perplesso sono perplesso.