Saturday, July 30, 2016

Pensiero emotivo/inconscio


Perché due persone, di fronte allo stesso problema, reagiscono in maniera diversa?
Perché uno si arrabbia, sbraita, urla, mentre l'altro mantiene la calma?
Chi dei due ha la migliore riposta al problema? Cosa vogliamo di più dalla vita?
Perché ogni giorno mettiamo in atto determinate azioni e ne scartiamo razionalmente ed emotivamente altre?
La decisione che prendiamo per rispondere a un problema delinea la qualità della nostra vita.
Decidere è un grande potere ma non sappiamo controllarlo, nessuno ci ha insegnato a farlo.
Ci troviamo così a prendere decisioni su basi infondate, su preconcetti, su abitudini e attitudini fuorvianti.
Questo grande potere lo buttiamo via per la nostra deleteria attitudine a credere in cose che non conosciamo veramente.
Pensiamo che a scegliere siamo comunque noi, così come quando andiamo a votare al seggio elettorale e pensiamo di eleggere i nostri rappresentanti. In verità non facciamo altro che "mettere una croce" sul candidato scelto per noi da un dirigente di partito che da noi non è stato eletto!
Cadere in queste trappole è facile: fanno tutte leva sulle nostre emozioni. Le emozioni sono più veloci del pensiero razionale e ci impongono una reazione istantanea. La nostra parte emotiva guida le decisioni che prendiamo giornalmente in stretta sinergia con quella razionale. Questo connubio crea e libera in noi energie immense: sta poi a noi indirizzarle nella giusta direzione.
Queste energie possono ritornarci utili o limitarci nella nostra esistenza.
Credo percio' che cio' che mi e' capiatato negli ultimi 7 o 10 anni o piu' sia servito a rendermi piu' razionale.
Spesso dico:faccio una passeggiata nel bosco o mi siedo sulla riva del fiume a sentire mormorare il fiume inconsciamente in quei momenti cerco di creare un legame tra me e il mio inconscio,non sempre ci riesco ma molte volte si.Non ho piu' paura di prendere scelte azzardate (anche perche' forse c'e' anche chi mi aiuta a prenderle).La razionalita' regna nella mia vita?risultato?La serenita'.
  • la parte RAZIONALE o LOGICA, che comunica attraverso il LINGUAGGIO VERBALE O LOGICO;
  • la parte EMOTIVA o INCONSCIO, che si esprime attraverso il LINGUAGGIO NON VERBALE, anche detto SIMBOLICO O ANALOGICO.     
L’inconscio è ciò che in ognuno di noi “fortissimamente vuole”, detta le nostre aspirazioni fondamentali e i nostri coinvolgimenti emotivi. Saper dialogare con l’inconscio, proprio e altrui, apre possibilità realizzative infinite.Le emozioni possono essere positive, e ingenerare benessere, o negative, e causare malessere, ma la classificazione in positivo e negativo non appartiene all’inconscio, che riconosce solo il “coinvolgimento emozionale”, bensì alla mente razionale, abituata ad analizzare, confrontare e classificare in base ai risultatiLa sfera emotiva non distingue il bene dal male. Accetta la sofferenza come la gioia ed è disposta a rimanere per anni in uno stato di dispiacere da cui trae, comunque, alimentazione emotiva, ma da noi vissuta come sofferenza.
Domanda: Ciò che facciamo è frutto della nostra volontà o del nostro inconscio?
Risposta:L’inconscio indica gli obiettivi, la parte logica li persegue.
Tutto ciò che ci piace è dettato dall’inconscio. Esso fa scelte per lui gratificanti e ciò che lo gratifica è sedimentato, nel corso del nostro sviluppo psico-evolutivo, nelle zone più profonde della nostra struttura psichica. La triade originaria vede interagire tre figure ancestrali: la madre, il padre, il figlio. Sulla base di queste relazioni primordiali, nella vita di ogni individuo si costruisce il mondo emotivo, che condizionerà in modo determinante tutto il nostro vissuto futuro.
PENSIERO ANALOGICO (o inconscio) àcrea­ àESIGENZA (o bisogno)
 PATHOS (emotività) àsi manifesta nelàTURBAMENTO (o desiderio)
 PENSIERO LOGICO (o razionalità)àcerca­ àAPPAGAMENTO (o possesso)
Tutto ciò che ci coinvolge e ci turba lo fa perché genera in noi emozioni, cioè alimenta il pathos.L’oggetto del desiderio può cambiare di volta in volta, l’importante è che assolva al compito di alimentare il pathos, cioè di mantenere pieno il nostro serbatoio emozionale. Quindi, il mondo relativo cambia, cambiano i volti, le situazioni, le relazioni, ma ciò che non cambia è l’esigenza assoluta di creare e alimentare l’emotività.
 L’EMOTIVITÀ È CIBO PER NOSTRO INCONSCIO. Per il nostro benessere non si deve mai dimenticarsi di nutrirlo di emozioni, curandoci di questa parte di noi altrettanto di quanto ci curiamo della parte razionale.
OFFRIRSI DELLE EMOZIONI SIGNIFICA MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA NOSTRA VITA. Ricordare che nulla ha un valore di per sé, ha valore l’emozione che suscita in noi.

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