Saturday, September 24, 2016

Zibaldone


Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da sè stessi?Il male interiore appartiene a noi stessi?L'inconscio chi lo puo' guarire?uno psicanalista!Spesso rileggo il libro "la coscienza di zeno" di Italo Svevo e devo dire che in molte cose ci prende.
Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa?Il bipolarismo che io non apprezzo in quanto mi ritengo monopolare puo' essere gestito? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte nè che gli psicofarmaci curino qualcosa.Un mio amico prete li definisce "farmaci per l'anima" e forse un po' ha ragione.Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.Il malessere diventa dunque ciclico.Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.
Attenzione: E' potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. E' importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci.Si rischia di fare un danno e non trovare una soluzione.

Lettera al dottore n.2
Tutti i miei amici sono sposati con figli,o divorziati ed io invece sono rimasta solo.
Sono una ragazzo normale e, a detta di tutti, molto intelligente.
Ma la violenta depressione, che mi attanaglia il cuore e la mente, fa scappare tutte le persone che mi si avvicinano.
Spesso sono vittima di donne che intravedono la mia fragilità e la usano per prendersi gioco di me.
Voglio vivere e dare un contributo per un mondo migliore
Vorrei vivere e stare bene, vorrei un organismo che funzioni perfettamente, e vorrei dei figli da istruire sui valori dell’etica comportamentale, soprattutto nel campo dell’alimentazione e del rispetto ambientale.Davvero vorrei vivere perché sogno un mondo migliore senza rifiuti interni ed esterni.Ma la vita mi piega e mi spezza, e mi sento vittima della paranoia.Non voglio prendere farmaci che annebbiano la mente e distruggono il corpo. Voglio vivere. 
lettera 3
E' da molti giorni che vorrei scrivere questa lettera ma non è facile trovare le parole e le parole giuste per farlo. Non è facile perché vorrei parlare di depressione e solitudine e apatia e questi, si sa, sono argomenti tabù.
La vita è costantemente "condita" da eventi di ordinaria esistenza: lutti, problemi di salute, assoluta provvisorietà di ogni cosa, assenza di punti di riferimento certi. Quindi so bene di cosa parlo, da combatto con disturbi e solo chi ne soffre, o ne ha sofferto, può capire come la qualità della vita si abbassi fino a precipitare. E' una lotta continua e a tratti estenuante con la vita, il disagio estremo e la capacità di tenuta del nostro equilibrio psicofisico ma, quello che vorrei comunicare, è che si può fare. Non è una passeggiata e nemmeno un'arrampicata, è qualcosa che assomiglia all'inferno ma si può fare: si può strappare un equilibrio e riuscire ad andare avanti, non con serenità ma si può proseguire.C'è un'unica condizione, apparentemente o, a parole, semplice: farsi aiutare.
Farsi aiutare significa prima di tutto riconoscere che se ne ha la necessità e che, soprattutto, farlo non è una cosa di cui vergognarsi. La punizione della vergogna è per chi fa del male consapevolmente, per chi ruba, chi uccide e non per chi soffre, per chi perde la casa , non è per chi ha fallito. I termini "depressione" e "panico" sono stati così abusati al punto che hanno quasi perso i loro significati originali. La depressione è una malattia, una malattia gravissima che può colpire per ragioni diverse e imprevedibili, che non hanno una scala universale di valori, può colpire e basta, come una qualsiasi altra malattia fisica. E' esclusivamente perché ci si ammala e, come tutte le altre patologie, non ci sono colpe. Succede.Chiedere aiuto, in primo luogo agli amici e alla famiglia, significa, oltre che prendere consapevolezza del proprio stato di salute, accendere una vigilanza sociale, una cura particolare e attivare così una catena di solidarietà che prenderà tante direzioni.Io vorrei parlare di questo, far riflettere e farmi aiutare a riflettere sul motivo per cui perché per tutto il resto no? Qual è la vergogna? Il cervello non è sempre parte del nostro corpo, può anche lui, come tutto il resto andare in tilt?La domanda è retorica ma, chissà perché, non ce ne prendiamo cura. Quando si sta così male, quel male che ci impedisce di dormire la notte, di svegliarsi al mattino, quel cubetto di porfido che pesa sul cuore, sullo stomaco, che si ancora nella gola, quando si pensa che ogni cosa sia solo vana e insopportabile, quando niente, assolutamente niente ci fa sorridere e, se succede, ci si sente subito in difetto, quando, quello che si finisce per essere, è solo quello che si sente.Ecco quando finiamo per essere solo quel male bisogna dirlo.Dire, fare, baciare, lettera, testamento. quando dire è comunicare, fare è
muoversi verso l'altro, baciare è chiedere amore, aiuto, lettera è raccontarlo a tutti perché anche gli altri non si sentano più soli e testamento perchè si lasci qualcosa, dopo la nostra esperienza, che sia documentazione, archivio utile "a futura memoria"


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