Friday, September 23, 2016

attivi e inattivi


Mi chiamo Daniele e in vita mia ho fatto diverse cose come attivita' elencarle sarebbe lungo vi invito a leggere il mio sito http://www.tenka.altervista.org/ .Sono attivo dal 1998 e forse un po' anche da prima. Da giovanissimo inseguivo una chimera come lavoro e poi sbagliando me ne sono bruciato due,trovti da solo dove avrei potuto trovare il mio habitat.… da alcuni anni (non fu dal 98 anche prima avevo degli sporadici sintomi) ho iniziato a soffrire di lunghi e ciclici periodi di depressione: senza una ragione razionalmente apparente e in concomitanza dei mesi invernali,le feste, i week end, con un brusco cambio dell’umore,tutto mi diventa più difficile e faticosissimo.Ho sempre continuato a lavorare ma con un profondo senso di inadeguatezza: tutto perde di colore e di sapore; i profumi della vita svaniscono. Per mesi sopravvivo cercando di fare al meglio il mio dovere con l’angoscia di non uscire da un tunnel senza luce. Cerco di farmi forza, cerco disperatamente aiuto, mi curo e vado avanti fino a che,ma non tornano la voglia di vivere, le soddisfazioni nel lavoro, la speranza nel futuro, la gioia delle piccole soddisfazioni quotidiane.Nulla cambia e Nulla torna ad avere un senso, un significato, uno scopo. Il timore più grande è quello di non riuscire più a lavorare perché questo nostro lavoro richiede quotidianamente grande energia.Leggo che la sindrome ansioso-depressiva taglia ogni anno le gambe a centinaia di persone, che diventano inidonei al lavoro. Il fenomeno è in crescita: le crescenti difficoltà economiche, la flessibilità che ha imposto modalità di lavoro sempre più pesanti con datori di lavoro sempre piu' esigenti, la considerazione sociale che cala, i tempi della pensione che si allontanano a ritmi impensabili (in trent’anni si è passati dai quattordici anni sei mesi e un giorno ai sessantasette anni di età…) e la prospettiva è quella di passare da uno stipendio da fame ad una pensione oltremodo decurtata.Si riesce a vivere consumando risorse lasciateci dai sacrifici delle generazioni passate altrimenti sarebbe pressoché impossibile comprare una casa in una città come Lucca.Questo è un lavoro nobile che può dare grandi soddisfazioni ma che può diventare fortemente usurante soprattutto se si è costretti a farlo oltre le proprie forze.Ringrazio la pazienza dei colleghi straordinari con cui ho lavorato e quella dei genitori, ma mi sento in diritto di puntare il dito contro chi in questi anni ha massacrato il lavoro, tagliando salari e amputando risorse umane ed economiche.I nostri figli meritano una vita di alta qualità ma questa possibilità si basa ormai sempre di più sulla buona volontà e sullo spirito di sacrificio di noi inetti… e talvolta le gambe vacillano…



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