Saturday, July 09, 2016

un po' di me


Da qualche tempo avverto un profondo disagio esistenziale, caratterizzato da un incolmabile senso di vuoto e di noia. Ho preso a riconsiderare la mia vita come mai mi era capitato prima d'ora, ed ha ricostruire (almeno a provarci) il senso dei miei comportamenti, delle difficoltà relazionali, della tendenza ad identificarmi in persone da me idealizzate, del rapporto spesso conflittuale con i miei genitori , della tendenza a generare codipendenza nelle persone care,  della insicurezza nei miei mezzi.
Ho 39 anni e non so esattamente da quanto tempo soffro di depressione: è una cosa che mi sembra di aver sempre avuto.Nel 1998 mi fu diagnosticata ma penso in realta' che fosse una cosa che faceva parte anche del mio DNA da piccolino. Sto male quasi tutta la settimana, non riesco a concentrarmi, a realizzare nulla, sono apatico.Ho spesso nausea e voglia di mangiare,anche se è come se non sentissi i sapori, mi sono isolato sempre di più negli ultimi mesi. Non so prendere nessuna decisione, ci sono giorni talmente vuoti che mi spaventa pensare di doverne affrontare un altro il giorno dopo. A volte, per cercare di riuscire a fare qualcosa, ho scritto dei piccoli programmi, tipo “alzarsi presto, prepararsi in fretta, andare al centro…” eccetera e a qualcosa è servito. Solo che poi mettermi a fare qualcosa quando sto male è impossibile: è diffcile già quando sto benino… e il circolo vizioso continua perché, nonostante i miei impegni siano sempre stati ottimi, ora che mi avvicino ad un primo traguardo ho rallentato e non riesco a concludere nulla, mi sento estraneo.  La concentrazione non esiste, se non raramente, ‚figuriamoci la memoria… iniziare qualsiasi cosa è troppo diƒcile. Passo più tempo a dedicarmi alla cura del corpo: mi sembra di occuparmi di me stessa almeno in quello. Ci metto troppo tempo semplicemente a vestirmi perché sono incapace di decidere e mi passa la voglia d’uscire. Poi ho anche avuto degli attacchi d’ansia, crisi di pianto improvviso, anche senza motivo, forte battito del cuore. Ho paura delle altezze, scogliere, burroni e prima non ero così… la mia solitudine è stata spesso terribile, causata anche da me in parte… insomma avrei da dirne per giorni. Ma da qualche tempo ho parlato… ho parlato con degli amici ‚ma… non possono capire bene come sto, perché chi non c’è passato non si rende conto, razionalizza… ma solo parlare fa bene e soprattutto le persone che ti vogliono bene capiscono che devono starti molto più vicine e questo aiuta ad aprire uno squarcio nella solitudine. Ho imparato a fregarmene di più delle persone che non ti aiutano, perché il pensare come potessero valutare il mio comportamento mi faceva stare peggio. Tempo fa pensavo che ne sarei uscito da solo, prima o poi. Ora però sto così male che mi rendo conto di non potercela fare da solo e mi sembra di non poterne uscire mai: ho paura di farmi del male e a volte desidero la morte. E’ in questo stato che mi trovo ancora, ma aspetto di poter parlare con qualcuno e vedere un pò che mi dice e se mi aiuta, anche perché mi rendo conto che più sto male e più si accentuano tutti i problemi, di famiglia e altro. Per me è importante arrivare almeno all'equilibrio, ma così è troppo, troppo diffiƒcile. Le mie capacità sono diminuite, cerco di fare quello che posso senza aumentare i sensi di colpa e magari fra qualche mese starò meglio e potrò dedicarmi alla mia vita, alla mia passione per l'informatica che, per questa depressione, ho trascurato e non mi dà più soddisfazione come prima. Ho pianto leggendo le esperienze degli altri e piango anche se leggo la mia. Spero davvero di stare meglio, perché non credo proprio di meritarmelo. Spero che tutte le altre persone che leggono o che hanno scritto e che ancora non hanno fatto nulla, parlino con qualcuno e ci sarà una speranza, almeno una speranza… Grazie. Non so più cosa pensare
La mia avventura con questa “malattia” è iniziata probabilmente già n dall’infanzia come dicevo, ma non voglio spingermi così lontano. Vi dico solo che ho fatto diversi anni di psicanalisi e ho avuto una vita particolarmente intensa, sebbene abbia solo 39 anni: Ma non credo sia questa la causa principale della mia malattia. La situazione attuale è questa: sono arrivato in uno stato di depressione tale da non riuscire più a fare nulla.  Durante il periodo della psicoterapia (dai 16 ai 21 anni, per tutta la durata della scuola superiore) Probabilmente il medico che mi aveva in cura non riteneva che avessi bisogno di antidepressivi, anche perchè il loro uso non rientrava nel suo metodo di cura a quel tempo. Diciamo che il Tavor è stata quasi una mia scelta, visto che mi rendevo conto di essere particolarmente ansioso. Per un anno circa ho interrotto le sedute con lo psicoanalista presso cui ero in cura, visto che lui, per motivi familiari, era stato costretto ad allontanarsi dalla città in cui vivevo. Sono andato da un’altra analista, anch’essa della stessa scuola del precedente. Ad un certo punto ho deciso di smettere di prendere il Tavor , in quanto mi sembrava una schiavitù: è stata una cosa alquanto diffcile, ma ci sono riuscito. Da quel momento il mio comportamento con i familiari e a lavoro è peggiorato: trovavo diffcile lavorare all’interno di un uffcio perchè la cosa mi provocava uno stato di oppressione.  Spesso soffrivo (e soffro tuttora) di manie di persecuzione: passo mentalmente da un “colpevole” ad un altro, probabilmente perché il mio incoscio cerca una causa esterna, una responsabilità. Ma spesso mi rendo conto che sono io stesso a peggiorare le situazioni, no a far sì che effettivamente avvenga il contrasto. Dopo un inutile tentativo del mio medico di famiglia di curarmi con una dose minima di Zoloft (50 mg al giorno). Lo psichiatra mi ha indicato un cambio di terapia, prescrivendomi una dose di Efexor da 75 mg, più uno sta-bilizzatore dell’umore . Fatto sta che la cura ha funzionato, solo che all’inizio dormivo pochissime ore a notte, svegliandomi spesso alle 4 o 5 di mattina, con una gran voglia di fare 1000 cose. Nel giro di quattro mesi ho ripreso un sonno più regolare, ma l’effetto antidepressivo si riduceva sempre più. Ammetto che molte volte riesco a riconoscere che sono io a deformare la realtà, ma ciò non è su†ciente a farmi stare meglio. Ho fatto anche un lungo periodo di meditazione (circa 2 anni) che talvolta era e†fficace, talvolta no. Poi ho smesso. I sintomi sono: scarsa voglia di fare qualsiasi cosa, mancanza di entusiasmo, apatia, sensazione di fare una vita inutile, non riuscire fare sogni per il futuro, voglia di chiudermi in casa e non vedere nessuno, pensieri negativi riguardo cosa gli altri pensano di me, senso perenne di inadeguatezza, soprattutto sul lavoro, malessere in presenza di molte persone, di†coltà di relazione con gli altri in ogni situazione della mia vita quotidiana, tendenza a chiudermi in me e non raccontare a nessuno cosa mi passa per la testa (ma forse questo è meglio, visto i pensieri negativi che faccio). Francamente penso che sia più un fatto biologico che psicologico vero e proprio: in famiglia ci sono stati parecchi casi di depressione. Vedo altre persone depresse in famiglia che però non si curano, perché non vogliono riconoscere il problema: io, a dierenza loro, forse grazie alla terapia, probabilmente l’accetto di più, anche se con grande di†fficoltà. Avrei bisogno di un supporto per tarare la terapia farmacologica: mi sono stancato di vivere una vita a metà, sempre in lotta con il mio malessere. Di contro non ho intenzione di andare ancora in terapia psicologica: ne ho fatta ‚fin troppa.Adesso da qualche anno sono in cura all'asl e le cose continuano ad avere alti e bassi.Da poco sono stato dichiarato invalido ma non ho ancora percepito un centesimo,i tempi della burocrazia!.Spero tanto che la mia vita migliori

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