Monday, September 26, 2016

Leggendo confucio


Un giorno un giovane vigoroso si presentò, trafelato e furente, davanti al saggio Confucio. Disse: "Un mio nemico mi ha oltraggiato e desidero ardentemente di vendicarmi. Quale modo ritieni giusto per punirlo adeguatamente, in modo che io abbia soddisfazione?"
Confucio rispose: "Raccogli le tue cose, vai sulla riva del fiume, siediti e aspetta. Un giorno vedrai il cadavere del tuo nemico passarti davanti"

Confucio è stato il capostipite delle filosofie religiose orientali, anche il Buddhismo trae spunto dal suo pensiero, in quegli aspetti che non derivano dalla influenza induista. Fu il predecessore di Lao-Tzu, il fondatore del Taoismo, e può essere considerato, a buon titolo, una figura analoga a quella che rappresentò Socrate per l'Occidente.In pratica non sono frasi fatte,spulciando anche in quello che furono le guerre del passato.Qualcosa di simile cantava anche Fabrizio de Andre' sul cadavere che vedeva.
In questo aneddoto troviamo uno dei suoi insegnamenti più famosi: davanti alle passioni dirompenti del mondo l'uomo saggio deve imparare a dominare gli istinti con la ragione, guardando con distacco alle cose contingenti per saperle rapportare in maniera adeguata alle cose assolute.La vendetta in pratica e' un senso di debolezza anche se al giorno d'oggi aime' e' ben pronunciato il fatto di vendicarsi un po' come "occhio per occhio , dente per dente".Confucio non dubita della legittimità delle rivendicazioni del giovane che gli si presenta dinanzi; nemmeno contesta la necessità di una giusta punizione per colui che lo aveva offeso. Solamente fa capire che il giudizio su una punizione da infliggere non deve essere preso giammai quando si è in preda alle emozioni e questo e' una cosa che insegnano anche molti psichiatri; né tantomeno è opportuno che sia la parte offesa a comminare ed eseguire la pena nei confronti della parte offendente, perché il rischio sarebbe quello di commettere un'ingiustizia più grande dell'offesa stessa, con il conseguente degrado morale di chi per primo aveva subito un torto.In pratica un torto maggiore non compensa un torto minore.Anche se aime' l'uomo e' fatto di carne e l'indole porta alla vendetta.Confucio insegna ancora di più: la giustizia, se è davvero tale, troverà il modo di fare il suo corso, magari in un modo inatteso e apparentemente non collegato al fatto specifico. Basta saper aspettare con fede, soffocando le bramosie della carne che grida vendetta e perseverando nella ricerca della verità per una condotta di vita onesta e retta.Da qui nasce anche una buona igiene mentale e di collaborazione con la propria psiche.Come dico spesso una passeggiata da solo nel bosco insegna a dominare il proprio istinto.Il massimo per me e' in montagna durante un temporale in qualche cimitero accompagnato magari da un mezzo toscanello e perche' no......bagnandosi.Infondo bagnati poco o molto cosa cambia?dopo un po' da un senso di liberazione di sollevamento dello spirito,del proprio io che si avvicina sempre di piu' alla persona.Tornando a Confucio:A volte un torto subito può valere come banco di prova: si può scegliere la strada del degrado, seguendo l'irrazionalità delle passioni, oppure si può trovare la via per una maturazione interiore che trasforma la debolezza in forza.
Confucio non dice di assumere un atteggiamento di distacco, come sembrerebbe a prima vista; non dice di eliminare le passioni, bensì insegna a dominarle e a usare la loro forza per trovare la perseveranza nell'attesa della giustizia, che alla fine arriverà con la constatazione della definitiva sconfitta e della morte del nemico, affidato alle acque del grande fiume Yang-Tze come si usava nei riti funebri di quella civiltà.Da un punto di vista puramente umano questo è il massimo che si possa raggiungere; Gesù di Nazareth invece ci invita a trascenderci in uno sforzo sovrumano, verso la nostra vera natura che è l'Amore, insegnandoci "Ama il tuo nemico".Questo pero' la sofferenza interiore non sempre ci rende possibile farlo e la strada della riflessione,anche annientando lo spirito animale di vendetta puo' essere una giusta via di mezzo.Ne carne ne pesce.Non solo ci insegna a perdonare, ma addirittura a trasformare l'odio in amore. Ieri, come oggi, questa chiamata suona come scandalosa e per molti risulta inaccettabile. Eppure è l'unica che permetta di vivere sempre serenamente nella comunione dell'amore, anziché nell'attesa della soddisfazione o in conflitto con le rivendicazioni del senso umano di giustizia.Il fiume sostanzialmente e' come la nostra vita,scorre e come direbbero in molti e come una ruota che gira e in questo senso credo che confucio veda il concetto di vedere passare il cadavere del proprio nemico lungo il fiume.Ho un mio concetto di vita creato dalla monopolarita' che mi insegue da molto tempo.Mi trovo molto piu' vicino all'idea di confucio,anche se non sto nella riva del fiume ad attendere il nemico mi concedo attimi di relax dove credo di avvicinarmi al mio essere.Un po' come farebbe uno psicanalista e credo sia il rapporto solitudine/ionizzazione(temporale)/atmosfera(bosco o cimitero) che mi aiutano in questo senso.Non riusciro' mai piu' ad amare il mio nemico ma nemmeno odiarlo da ucciderlo.Che si accontenti di questo:la mia vendetta rispetto a certi gravi soprusi subiti intorno al 2006 sarebbero molto gravi ma ho deciso di metterci una pietra sopra.Spero solo che cio' che hai ottenuto ti serva per comprarti delle medicine..............

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