Friday, October 07, 2016

Oggi


Ero seduto sul letto. Il mio sguardo puntava fuori alla finestra. Guardavo la pioggia cadere, era una mia abitudine. Mi piaceva. Ogni goccia era come una lacrima, ma a sua differenza non faceva male al cuore. 
Mi alzai e mi affacciai. Una folata di vento mi tirò indietro , e mi portò a guardare dall'altro lato. Ma non c'era niente di bello da vedere. Solo una ferrovia e case. L'aria era fredda, e ciò era positivo. Odiavo il caldo.
Tornai al letto e guardai l'ora sul cellulare che avevo lasciato sul comodino. Le 7. 30. Dovevo vestirmi in fretta, altrimenti avrei fatto tardi al centro. E di acchiapparsi le ramanzine dei  proprio non mi andava. Almeno non quel giorno.
Aprii l'armadio. Presi una di quelle felpe che mi piacevano tanto e un paio di jeans scuri. Misi le scarpe da ginnastica ,poi cercai di aggiustare i capelli. Erano neri, rasi e calvo, incorniciavano perfettamente il mio viso pallido formando un evidente contrasto. Mi odiavo. Odiavo i miei lineamenti spigolosi e miei occhi anonimi e inespressivi. Odiavo il mio non riuscire in niente. Ero sempre sbagliato, sempre troppo basso, sempre troppo grasso o troppo magro. Sempre solo... nessuno sembrava trovare qualcosa di interessante in me. Mi ritenevano noioso e deprimente.
Ma potevo benissimo cavarmela da solo, non avevo bisogno di nessuno.
Presi il mio marsupio viola e uscii dalla stanza. Mentre percorrevo il corridoio sentivo i miei genitori urlare... il rumore di un piatto rompersi... altre urla... un pianto, di una voce troppo dolce per essere di mio padre...
Respirai profondamente e mi affrettai ad uscire di casa. E subito ero in strada, camminavo a passo veloce con le cuffie nelle orecchie. Nel mio lettore mp3 attualmente non avendo stereo in macchina solo brani di musica triste. Secondo me quella era la musica migliore. Riusciva a comunicare senza dir......... Era capace di farti provare emozioni incredibili...
C'erano studenti davanti a me, e dietro. Ne ero circondata. Eppure mi sentivo osservato. Avevo questa brutta sensazione che altro non faceva se non mettermi a disagio. Arrivai davanti il centro e la tristezza m'invase per l'ennesima volta. Mi sentivo vuoto, la mia vita non aveva alcun senso. Non ero importante per nessuno. A volte arrivavo a pensare che se non fossi mai nata, la vita per le persone che mi circondavano sarebbe stata migliore di sicuro. Senza ombra di dubbio. I miei genitori andrebbero sicuramente d'accordo. Si amerebbero. 
Dentro di me cresceva quella voglia di far passare il tempo velocemente, così da poter diventare anziano e...
Spesso speravo di non arrivare ai 40 anni, di essere investito da un'auto, o di cadere e rompermi l'osso del collo. 
Per molte persone, la morte era terrore. Per me era liberazione. Liberarsi da tutti i pensieri, liberarsi dai pesi che opprimono...
Il suono delle cuffie mi fece trasalire. Tolsi le cuffie e mi avviavi verso l'entrata.
Ma la mia giornata era partita male,stavo male,dopo pranzo torno a casa affranto......
(Storia di una giornata vissuta)

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