Thursday, October 01, 2009

La statua di Pinocchio





Passo spesso sotto questa "enorme" statua di Pinocchio a Collodi e spesso mi viene in mente....."ma caschera'?...un po' come quando passo da pontedera sotto le pale eoliche.....
La storia del burattino vicino casa e pensare che la mia famiglia originaria e' di un paesino poco piu' su Villa Basilica nota appunto per la sua bella e grande Basilica.
Sono stato anche al matrimonio di un amico con il suggestivo aperitivo nel Parco di Pinocchio davvero molto carino.....
Collodi è una frazione di Pescia gia nota' ai piu' come "il paese dei balocchi" e forse piena di divertimenti un po' e' cosi davvero..........
Borgo medievale documentato fin dal XII secolo, è legata al nome di Carlo Lorenzini, autore di Pinocchio. Lo scrittore fiorentino, la cui madre era originaria del paese, vi trascorse parte dell'infanzia e ne assunse il nome, firmandosi Carlo Collodi.
La frazione conserva un'antica rocca e l'aristocratica Villa Garzoni con ampio giardino, e fonda la propria economia sul turismo anche grazie al parco dedicato a Pinocchio. Per la sua qualità turistico-ambientale è Bandiera arancione del Touring Club Italiano.

« C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato: c'era una volta un pezzo di legno. »

(Carlo Collodi, incipit de "Le avventure di Pinocchio")


Molti concetti e situazioni espressi nel libro, di ritorno, sono divenuti proverbiali, o comunque luoghi comuni frequentemente usati non solo in Italia. Ad esempio:

* il naso lungo, comunemente attribuito a quanti dicono le bugie. Come dice la fata, "Le bugie, ragazzo mio, si riconoscono subito! perché ve ne sono di due specie: vi sono le bugie che hanno le gambe corte, e le bugie che hanno il naso lungo: la tua per l'appunto è di quelle che hanno il naso lungo".
* Il Paese dei Balocchi, per indicare un paese di Cuccagna che in realtà nasconde ben altro.
* Il detto "Ridere a crepa pelle" anche esso nato dopo l'uscita delle Avventure di Pinocchio, in riferimento all'episodio dalla morte del serpente gigante a cui esce il fumo dalla coda, scoppiato dal ridere nel vedere Pinocchio sporco di fango dalla testa ai piedi dopo una caduta in una pozzanghera.

Allo stesso modo, molti dei personaggi sono divenuti per antonomasia modelli umani tipici, ancora oggi citati frequentemente nel linguaggio comune, come ad esempio:

* "un mangiafuoco" per indicare un tipo burbero e irascibile,
* "il gatto e la volpe" per indicare una coppia di amici poco affidabili,
* "lucignolo" il modello di ragazzo ribelle e scapestrato,
* "grillo parlante" per indicare chi si prodiga a dare consigli rimanendo inascoltato o, peggio, considerato un seccatore,
* per non parlare poi dello stesso Pinocchio, divenuto ormai sinonimo di "bugiardo".

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