Garibaldi per me
Ho terminato da poco di degustare un'ottimo mezzo Toscano Garibaldi assieme a una
tazzina di caffe' e dei cioccolatini.Sigaro Garibaldi affinato per un paio di mesetti in
humidor, un Sigaro straordinario ed anche abbastanza complesso nello sviluppo aromatico,
pur restando leggero, dolce e delicato.
La mia domanda, alla luce di questa mia ennesima degustazione è: chi dice che il
Garibaldi è un Sigaro per neofiti visto che non ha un cattivo gusto.
Io l'ho letto praticamente dappertutto e sinceramente non riesco a trovare alcun
parallelo tra quello che ho letto e quello che ho fumato...trovo che tra i pezzetti di
battuto beneventano, si celi qualcosa di più di una semplice definizione "consigliato ai
neofiti", un bagaglio aromatico di tutto rispetto, con aromi sottili ma che a tratti
possono diventare anche intensi, come il sapore vegetale che nasconde qualche nota di
miele, caffè crudo e cioccolato, il problema è saperlo degustare, perchè proprio nella
sua leggerezza c'è "l'inganno"...spesso peccando di superficialità lo si fuma
prestandogli poca attenzione, non "ascoltandolo" come dovremmo ed è per questo che non
gli si dà il giusto peso, liquidandolo come "Sigaro per i neofiti".
Per quanto concerne l'attenzione che purtroppo i tabaccai gli dedicano, o meglio, in
questo caso, non gli dedicano, a mio parere credo che il problema sia esclusivamente
dato dal fatto che il Garibaldi, è considerato un sigaro di poco valore rispetto ai suoi
fratelli "Superiori", infatti, a ben guardare è il più economico della gamma, anche se
credo che sia lo Stortignaccolo per eccellenza, in quanto, molto poco curato ed immesso
sul mercato in spartane scatole di cartone senza manco essere cellophanati singolarmente
e senza una seppur misera, fascetta.
Ricordo per i non Toscanisti che la nascita del Dio Storto, come narra una leggenda , ha
origine nel lontano 1815, quando, per un puro caso, una partita di Kentucky bagnata da
un improvviso acquazzone estivo, nel cortile della Manifattura Tabacchi di Santa
Caterina delle Ruote a Firenze, fu messo ad asciugare, nel tentativo di "salvarlo", esso
cominciò a fermentare, e per non essere gettato in Arno, visto che ormai come tabacco da
mastico o da fiuto (i principali indirizzi del Kentucky), era inutilizzabile, venne
lavorata al fine di ricavarne dei Sigari economici destinati al popolino...
Gli stessi che io oggi rivedo nel Garibaldi, Sigaro spartano e proletario, certo il
Kentucky è solo beneventano...ma secondo me, la storia ci sta tutta...
tazzina di caffe' e dei cioccolatini.Sigaro Garibaldi affinato per un paio di mesetti in
humidor, un Sigaro straordinario ed anche abbastanza complesso nello sviluppo aromatico,
pur restando leggero, dolce e delicato.
La mia domanda, alla luce di questa mia ennesima degustazione è: chi dice che il
Garibaldi è un Sigaro per neofiti visto che non ha un cattivo gusto.
Io l'ho letto praticamente dappertutto e sinceramente non riesco a trovare alcun
parallelo tra quello che ho letto e quello che ho fumato...trovo che tra i pezzetti di
battuto beneventano, si celi qualcosa di più di una semplice definizione "consigliato ai
neofiti", un bagaglio aromatico di tutto rispetto, con aromi sottili ma che a tratti
possono diventare anche intensi, come il sapore vegetale che nasconde qualche nota di
miele, caffè crudo e cioccolato, il problema è saperlo degustare, perchè proprio nella
sua leggerezza c'è "l'inganno"...spesso peccando di superficialità lo si fuma
prestandogli poca attenzione, non "ascoltandolo" come dovremmo ed è per questo che non
gli si dà il giusto peso, liquidandolo come "Sigaro per i neofiti".
Per quanto concerne l'attenzione che purtroppo i tabaccai gli dedicano, o meglio, in
questo caso, non gli dedicano, a mio parere credo che il problema sia esclusivamente
dato dal fatto che il Garibaldi, è considerato un sigaro di poco valore rispetto ai suoi
fratelli "Superiori", infatti, a ben guardare è il più economico della gamma, anche se
credo che sia lo Stortignaccolo per eccellenza, in quanto, molto poco curato ed immesso
sul mercato in spartane scatole di cartone senza manco essere cellophanati singolarmente
e senza una seppur misera, fascetta.
Ricordo per i non Toscanisti che la nascita del Dio Storto, come narra una leggenda , ha
origine nel lontano 1815, quando, per un puro caso, una partita di Kentucky bagnata da
un improvviso acquazzone estivo, nel cortile della Manifattura Tabacchi di Santa
Caterina delle Ruote a Firenze, fu messo ad asciugare, nel tentativo di "salvarlo", esso
cominciò a fermentare, e per non essere gettato in Arno, visto che ormai come tabacco da
mastico o da fiuto (i principali indirizzi del Kentucky), era inutilizzabile, venne
lavorata al fine di ricavarne dei Sigari economici destinati al popolino...
Gli stessi che io oggi rivedo nel Garibaldi, Sigaro spartano e proletario, certo il
Kentucky è solo beneventano...ma secondo me, la storia ci sta tutta...
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