Monday, October 02, 2017

Garibaldi per me

Ho terminato da poco di degustare un'ottimo mezzo Toscano Garibaldi assieme a una

tazzina di caffe' e dei cioccolatini.Sigaro Garibaldi affinato per un paio di mesetti in

humidor, un Sigaro straordinario ed anche abbastanza complesso nello sviluppo aromatico,

pur restando leggero, dolce e delicato.
La mia domanda, alla luce di questa mia ennesima degustazione è: chi dice che il

Garibaldi è un Sigaro per neofiti visto che non ha un cattivo gusto.
Io l'ho letto praticamente dappertutto e sinceramente non riesco a trovare alcun

parallelo tra quello che ho letto e quello che ho fumato...trovo che tra i pezzetti di

battuto beneventano, si celi qualcosa di più di una semplice definizione "consigliato ai

neofiti", un bagaglio aromatico di tutto rispetto, con aromi sottili ma che a tratti

possono diventare anche intensi, come il sapore vegetale che nasconde qualche nota di

miele, caffè crudo e cioccolato, il problema è saperlo degustare, perchè proprio nella

sua leggerezza c'è "l'inganno"...spesso peccando di superficialità lo si fuma

prestandogli poca attenzione, non "ascoltandolo" come dovremmo ed è per questo che non

gli si dà il giusto peso, liquidandolo come "Sigaro per i neofiti".
Per quanto concerne l'attenzione che purtroppo i tabaccai gli dedicano, o meglio, in

questo caso, non gli dedicano, a mio parere credo che il problema sia esclusivamente

dato dal fatto che il Garibaldi, è considerato un sigaro di poco valore rispetto ai suoi

fratelli "Superiori", infatti, a ben guardare è il più economico della gamma, anche se

credo che sia lo Stortignaccolo per eccellenza, in quanto, molto poco curato ed immesso

sul mercato in spartane scatole di cartone senza manco essere cellophanati singolarmente

e senza una seppur misera, fascetta.
Ricordo per i non Toscanisti che la nascita del Dio Storto, come narra una leggenda , ha

origine nel lontano 1815, quando, per un puro caso, una partita di Kentucky bagnata da

un improvviso acquazzone estivo, nel cortile della Manifattura Tabacchi di Santa

Caterina delle Ruote a Firenze, fu messo ad asciugare, nel tentativo di "salvarlo", esso

cominciò a fermentare, e per non essere gettato in Arno, visto che ormai come tabacco da

mastico o da fiuto (i principali indirizzi del Kentucky), era inutilizzabile, venne

lavorata al fine di ricavarne dei Sigari economici destinati al popolino...
Gli stessi che io oggi rivedo nel Garibaldi, Sigaro spartano e proletario, certo il

Kentucky è solo beneventano...ma secondo me, la storia ci sta tutta...

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