Saturday, June 17, 2017

bar con o senza wifi


Una volta a settimana vado a fare colazione in un bar-pasticceria fuori lucca, quasi fuori città. Si tratta dell’unico bar in zona(o forse ce ne sono 2) aperto tutta la notte; ce n’è un altro per vecchi che guardano giocare alle macchinette e non bevono grappa, ma quello non è veramente un’opzione per me – così come per i vecchi non è un’opzione andare nel bar-pasticceria.

Qualche mese fa di fronte al mio bar-pasticceria (e quando dico di fronte intendo letteralmente di fronte) ha aperto un enorme bar del franchise. Se non li conoscete sono bar carini, caldi e salottosi, loro li chiamano “coffee shop”, in effetti hanno l’aria un po’ internazionale: dentro ci sono giovani baristi molto gentili che ti danno del lei e c’è un tavolone conviviale con le tortiere in vetro e le brioche.

Il mio bar-pasticceria invece è gestito da due signore carine che alla terza volta che vai ti chiedono “come va tesoro?”, si informano sul tuo lavoro, si preoccupano se bevi il cappuccino lentamente (forse è troppo caldo? Vuoi un’aggiunta di latte freddo?) e vanno e vengono dal retro del negozio, dove il marito di una delle due sforna tantissimi tipi di brioche molto buone.

Poco dopo l’apertura le due signore hanno rinnovato l’arredamento. Prima c’erano i tavolini di marmo chiaro e le sedie classiche da bar (quelle senza braccioli, con lo schienale in legno incurvato e la seduta in vimini). Ora ci sono degli angoli-salottino (un divano, due poltrone, tavolo basso).

Non so se è stato fatto consciamente oppure no, ma l’emulazione del modello è evidente, pure nei colori. E secondo me è sbagliata, perché non hanno considerato queste cose:

Le abitudini dei clienti, che – almeno a colazione – vanno nel loro bar da soli o in coppia, quindi il salottino è uno spreco: occupano il tavolo ma non tutti i posti.
Le risorse disponibili: lo spazio è piccolo, l’arredamento molto più ingombrante, hanno perso dei coperti.
L’esperienza utente: ora quando mangi il cornetto non puoi mettere le gambe sotto il tavolo, quindi ti sbricioli suli pantaloni (o almeno, questo è ciò che succede a me). Anche l'altro ha i divani e i tavoli bassi, ma ho notato che quasi nessuno li sceglie per colazione: stanno tutti al bancone oppure ai tavoli normali da pasto.
Il posizionamento: i divani sono di plastica morbida nera, non è brutta, ma sa di catena, di “consumo un cappuccino e uso il wifi gratis tutto il giorno”. Il marmo è tipico di molti bar storici a Lucca, quelli che scegli quando sei alla ricerca della qualità (almeno apparente).
I bisogni, che forse è la cosa più importante. L’arredamento è solo l’espressione visiva di un modo di fare le cose che risponde a delle necessità precise – sentirsi coccolati, fare due chiacchiere, raccontare i fatti tuoi e sentire i fatti di altri, sentirsi parte di una comunità – ma è importante, perché ti permette di essere riconosciuto. Ora il bar, dato che sembra una catena, non è più riconoscibile per quello che è.
La reazione più comune quando si tratta di concorrenza è iniziare a fare le cose come le fa qualcun altro. Ed è anche la più sbagliata.

La cosa da fare, secondo me, è concentrarsi sul proprio modo di fare le cose, chiedersi perché piace ai propri clienti, e poi continuare a farlo, ancora di più, ancora meglio.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home