Tuesday, June 10, 2008

Retrocomputing Mania



Retrocomputing Mania




Io lo faccio nel mio piccolo per rievocare la mia nostalgia degli anni 80

Se non avete mai utilizzato un computer con lo spirito pionieristico

che caratterizzava tutti gli appassionati e i professionisti dei decenni

passati, probabilmente non riuscite a capire la filosofia del retrocomputing.

In quegli anni ogni computer aveva una storia particolare, ogni macchina

era un'avventura informatica: tutti potevano cimentarsi in esperimenti

per potenziare i propri calcolatori domestici e scovarne i segreti non rivelati.

Insomma, lo spirito che ci avvicinava ad un computer non è quello che oggi

potrebbe aver un qualsiasi operatore, ma era denso di scoperte e sorprese:

ognuno si sentiva come Indiana Jones.Ancor prima, quando gli home computer

non erano diffusi, gli operatori di mainframe si trovavano ogni giorno a sfidare

i loro colossi per ottimizzare processi di calcolo troppo lenti che oggi si risolvono

in millesimi di secondo. La sfida del tempo, quello di elaborazione, e quella dello

spazio per immagazzinare i dati erano un continuo stimolo a migliorare i

programmi e migliorare se stessi. Oggi c'è abbondanza di memoria e una

gran quantità di spazio su hard-disk, che vent'anni fa sembrava irraggiungibile:

eppure allora ogni cosa, ogni computer sembrava aver già raggiunto i livelli più

alti. Chissà come sarebbero stati nel 2000, pensavamo tutti.

Con i computer di oggi, tutti anonimi e tutti uguali, non c'è più quello spirito.

O forse lo avvertiremo tra vent'anni. I primi ad entrare nelle nostre case

godevano di vita propria: avevano un anima, creata probabilmente da noi

stessi e alimentata da storie, sfide, confronti con i successori sempre criticati

e avventure personali. E' tutto questo turbinio di emozioni che spinge gli

appassionati di oggi a rincorrere le vecchie glorie, a ripulirle meticolosamente

, a studiarne gli interni come un chirurgo esaltato, a resuscitarli e adorarli come

sciamani drogati da quelle esperienze passate, impossibili da reprimere. Tutto questo è retrocomputing.

La prima volta che collegai il computer al telefono non potevo neanche immaginare

che una creatura come Internet sarebbe potuta mai esistere. Allora esistevano

solo le BBS, le banche dati locali. Queste erano raggiungibili con il modem o

l'accoppiatore acustico, o l'adattatore telematico.... Ognuna risiedeva in luogo

preciso e aveva un suo numero locale: i più ricchi avevano l'incredibile possibilità

di collegarsi alle BBS americane o canadesi, e scaricare chissà quali file testuali,

ricchi di informazioni fresche e sconosciute nel nostro paese... Per me digitare

un numero di Milano e sapere che il mio computer era fisicamente collegato da

un filo di byte ad un'altra città equivaleva ad un evento che mi avvicinava al

futuro più degli altri. Avrei mai potuto immaginare che un giorno sarebbe esistita

la possibilità di gestire uno spazio su un computer remoto, magari oltreoceano?

Avrei mai potuto pensare di possedere nel 2001 più di 50 computer quando allora

uno solo costava più di ogni altra cosa da me raggiungibile? E che migliaia di

persone sconosciute potessero apprezzare i miei sforzi senza muoversi da casa?


Oggi vi sembrerà normale stare seduti a leggere una pagina su un computer,

raggiunta con un collegamento ipertestuale tramite un comune modem e un

abbonamento a Internet. Ma solo sei anni fa tutto questo era fantascienza.

Dieci anni fa qualcuno diceva che il computer che state usando sarebbe stato

impossibile da realizzare e che la velocità dei processori non avrebbe mai superato

i 100 Mhz. Oggi abbiamo hard-disk da 75000 Mb e processori da 1700 Mhz.

Nel 1990 un hd da 200 Mb costituiva uno status-symbol. Nel 1985 un disco rigido

da 5 Mb era il massimo che si poteva desiderare e costava otto milioni. Negli anni

settanta solo i mainframe avevano sistemi di memorizzazione su tali dischi e

costavano centinaia di milioni, con prestazioni che oggi fanno sorridere.

Questa incredibile velocità evolutiva ha compresso le varie ere informatiche e

ha dato la possibilità a molti di essere protagonisti in prima persona della storia

che ha cambiato il mondo. Non voglio essere retorico ma, ricordatevi, questi

anni costituiscono una rivoluzione che ha inciso su ogni aspetto della società

umana, come non era mai successo dalla nascita dell'uomo. E noi stiamo partecipando.

Eccoci quindi archeologi informatici, guru elettronici e smanettoni incalliti:

ricercatori senza tregua, esploratori di discariche e cantine dimenticate,

capaci di apprezzare quell'odore di polvere intrisa di aroma elettrico tipico

dei vecchi computer. Tutti questi sono i motivi che ci spingono a cercare

queste vecchie macchine e a possederle di nuovo per resucitarne

lo spirito nascosto da anni. Se non l'avete capito adesso, non lo capirete mai più.

0 Comments:

Post a Comment

<< Home