Thursday, August 10, 2006

vic20 utente


Io sono un ex utente Commodore, col Vic20 (Natale 1983, famosa offerta da 199.000 lire) e poi col C64 (1985) mi fu regalato da una cugina che poi passo' a sharp mz 7000.
Sono ancora affezionato a Pitstop II,Gorf,Draw Poker ( erano gli anni che nonno mi insegnava a giocare a poker e a bleffare) . A Paradroid, gioco vagamente ipnotico. A Voodoo Castle, su cartuccia, una lunga avventura verbale, senza grafica, che mi ha anche aiutato a migliorare l'inglese.
Nel periodo antecedente l'arrivo del registratore (che poi non ebbe mai un guasto, miracolo!) del Vic20: ogni volta che volevo giocare a Serpent, dovevo digitare il programma PER INTERO, e infine lanciarlo con RUN. Quel gioco mi piaceva perche' il listato non era troppo lungo, il che era importantissimo, visto che lo spegnimento del computer portava alla cancellazione del gioco ... bei tempi!Ricordo anche quando alla scuola elementare ci si scambiava i listati e ci si consultava sulle prime nozioni di basic..... che bei tempi giravamo con questi fogli a gruppo continuo con sopra righe e righe di listati... :D

Passai a c64 ma conservando anche vic20,il vantaggio di c64 erano i floppy.
Comunque dopo ben 20anni,il caro vic-20 funziona ancora,perche' ogni tanto lo accendo,giusto per non farlo poltrire troppo. Quando mi capita di trovare nei mercatini qualche vecchio gioco rigorosamente in cassetta,lo acquisto e lo provo.Il mio 286 e' una vita che si e' rotto :(
Comunque resto retrogamer anche l'età che ho me lo permette. Non posso biasimare un ragazzo di 15 anni di oggi se non ha giocato con l'amiga o con il commodore vic-20. Io credo che di ogni tempo che si vive bisogna apprezzare il meglio. Io non sono un videogiocatore , sono un retrogamer vivo nel passato alla ricerca degli anni 80 del divertimento di quel tempo sano semplice e genuino.




Commodore VIC-20
ha assunto una grande importanza nella storia dell'informatica per essere stato uno dei maggiori successi commerciali durante l'esplosione del fenomeno dell'home computing degli anni ottanta, grazie soprattutto al prezzo con il quale era presentato al pubblico: meno di trecento dollari.Il progetto del VIC-20 nacque attorno ad un chip video, il VIC-I (6560), realizzato da Commodore per essere venduto a terze parti e a produttori di hardware per essere usato in sistemi per videogame. Purtroppo per la Commodore, nessun produttore lo richiese e l'azienda americana, per rientrare dalle perdite, decise di realizzare un proprio sistema per videogiochi. VIC-20 venne presentato al Computer Electronics Show del 1980 con il nome di MicroPET. Il computer era fornito di 1K di memoria (questo perché Commodore aveva un enorme forndo di magazzino di chip da un kilobyte di memoria). Inoltre i progettisti sapevano di non dover superare la barriera dei 5K per mantenere i costi del computer al di sotto dei trecento dollari, mentre il processore principale era un 6502. VIC-20 aveva connettori per cartucce gioco e per drive a cassetta ( noti anche come "Datassette"). Il computer aveva cinque kilobytes di RAM, ma solo 1,5 kilobyte erano utilizzabili dall'utente, mentre il resto era utilizzato dal processore video (che restituiva un particolare layout di schermo di 22 caratteri per colonna e 23 righe di testo), e altre funzioni come l'interprete BASIC e il sistema operativo. La memoria RAM era comunque espandibile con cartucce che dovevano essere inserite nello stesso slot dedicato ai giochi. Diversi erano i tagli di memoria disponibili per l'espansione: 3K, 8K, 16K e 32K. L'entry-level della Commodore era anche equipaggiato con una porta seriale per la connessione con disk drive e stampanti, una porta parallela RS-232 e Centronics, utilizzata per collegare un modem e una porta singola a nove poli per la connessione di joystick in standard Atari. Tutte le connessioni del VIC-20 rendevano compatibili le periferiche per l'uso con altri computer come il successivo Commodore 64 che poteva così essere visto come un upgrade indolore del VIC-20. Oltre alle cartucce, era possibile leggere e registrare i programmi su unità a nastro che facilitavano la diffusione di software per questa macchina. A causa della bassa risoluzione dello schermo e della memoria limitata, VIC-20 venne utilizzato principalmente a scopo educativo e per giocare. Si stima che ci fossero 300 titoli disponibili su cartuccia e oltre 500 su nastro. Commodore VIC-20 arrivò sugli scaffali dei negozi nel giugno del 1980con una campagna pubblicitaria che premeva come fosse possibile utilizzare il dispositivo non solo per giocare ma anche per usi più "seri". Slogan come "Why buy just a video game?" (Perché comprare solo un videogame?) o "A real computer at the price of a toy" (Un vero computer al prezzo di un giocattolo) servivano a questo scopo. Effettivamente il successo ci fu e fu molto elevato. Nonostante fosse poco potente, rispetto ad altri prodotti della concorrenza, questa strategia funzionò, rendendo il VIC-20 il primo computer a superare la soglia del milione di esemplari venduti nel 1982. Nel momento di massima produzione, vennero prodotti 9.000 esemplari al giorno e, quando la produzione venne interrotta, nel gennaio del 1985, il "piccolo" di casa Commodore aveva totalizzato 2,5 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo.


2 Comments:

Anonymous Anonymous said...

sei un mito tenka sei un ottimo ragazzo stimo molto il tuo operato e mi pare che la tua passione per "l'essere nerd" sia molto affascinante un bacio Elisa

5:07 PM  
Anonymous Anonymous said...

Complimenti Tenka!
Mi hai fatto ricordare il tempo passato "programmando" in basic il mio MSX della Philips (c'era anche della Toshiba) con tanto di funzionalità per copiare su cassetta quello che scrivevi... una specie di database :)

Ricordi che si sono intrecciati con quelli dell'era rivoluzionaria del c64 (io lho preso in ritardo), prima con solo il lettore di cassette, successivamente con il lettore di floppy disk da 5 e 1/2 1541 (o 1451) :)

Ricordi ancora facilmante ripercorribili.

11:07 AM  

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