Tuesday, January 12, 2010

Pensieri e parole............

Zeno è un inetto (caratteri dell’inetto: estraneo ai valori borghesi; mancanza di volontà, autoinganni; vita tragica e squallida)
La sua malattia (insieme di disturbi psicosomatici, nevrosi) non è altro che l’inettitudine. Ma Zeno è cosciente di essere malato (= inetto) e aspira alla sanità (= piena integrazione nell’ordine borghese).
1) inettitudine dissociata dalla tragicità. Il rapporto inetto-normale (malato-sano) non coincide necessariamente con quello perdente-vincente. La forza, il successo, la sanità del vincente dipendono da particolari circostanze storiche o ambientali. Se le cose cambiassero repentinamente (successi e sconfitti spesso sono casuali e non dipendono dalla volontà o dalle qualità dei singoli), essi non sarebbero capaci di adattarsi e diventerebbero vinti. L’inetto invece, indefinito, disadattato e problematico, può, in certe situazioni, meglio adattarsi ai cambiamenti sociali (viene rovesciata la “legge” del darwinismo sociale).
2) inettitudine come mezzo di conoscenza. Nella conclusione (e in altri passi dell’opera, ad es. “la salute di Augusta”) viene prospettata un’altra possibile interpretazione del rapporto inetto-normale: in realtà è malata la vita (conclusione di Zeno) perché la logica borghese ha piegato la natura a fini egoistici (il che, combinato con l’aggressività umana e con lo sviluppo scientifico, porterà alla dissoluzione finale).



Il normale non si accorge della problematicità dell’esistenza (conformista, superficiale, integrato nei valori borghesi), l’inetto, con il suo continuo analizzarsi e analizzare, sì: la sua superiorità intellettuale è netta (la vita è una malattia, non l’inettitudine, la distinzione tra sani e malati è puramente illusoria; il normale non sa di essere malato, l’inetto sa di non essere sano; l’inettitudine è una “condizione privilegiata”).


LA COSCIENZA DI ZENO (1923)

Vicenda
- protagonista un “inetto” appartenente alla ricca borghesia commerciale: Zeno Cosini
- conduce una vita oziosa senza mai laurearsi, non gode della stima del padre che alla sua morte lascia l’eredità ad un amministratore, sancendo la sua immaturità
- amore/odio per il padre; il vizio del fumo: caratteristica del padre che lo fa sentire virile
- sul letto di morte il padre gli dà uno schiaffo: Zeno cerca disperatamente di giustificazione per la propria coscienza
- trova una sostituto al padre in un uomo d’affari di incrollabili certezze, tra lavoro e famiglia
- Giovanni Malfenti è nel sistema dei personaggi “l’Antagonista”, in cui l’inetto non riesce a identificarsi
- decide di sposare una delle sue figlie, ma viene respinto da tutte tranne dalla più brutta: Augusta
- Augusta, donna amorevole, è un perfetto campione di “sanità” borghese
- Zeno è “diverso”, incapace di integrarsi, e dunque “malato”  si convince che il suo malessere è provocato dal fumo, e tenta di smettere in ogni modo
- Ha un’amante, Carla, una ragazza povera che cerca di proteggere. E’ pieno di sensi di colpa verso la moglie, e Carla lo abbandona
- Decide di diventare un buon padre di famiglia e un uomo d’affari: fonda un’associazione con il cognato Guido, che ha sposato la figlia più bella. E’ il Rivale: bell’uomo, sicuro di sé, disinvolto.
- Verso di lui Zeno prova affetto ma anche odio profondo. Guido muore suicida, e Zeno sbaglia corteo funebre
- decide di intraprendere la cura psicanalitica, e inizia a stendere il memoriale che sarà il romanzo
- si ribella alla diagnosi, che individua in lui un complesso edipico
- grazie ad alcune speculazioni commerciali diventa un abile uomo d’affari, e si proclama guarito
- il romanzo di conclude con una visione apocalittica di catastrofe cosmica



Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nasce a Trieste nel 1861. Trieste, città di confine, risente fortemente della cultura austriaca, una cultura questa che lo porterà allo studio di diversi autori quali Nietzche, e in particolar modo Sigmund Freud. A 17 anni, dopo diversi anni di studio all’estero, torna a Trieste, dove si iscrive a studi di carattere commerciale, e, dopo due anni, comincia a lavorare come impiegato in una banca di Trieste; da questo momento in poi, Svevo, darà avvio a una fortunata carriera professionale che gli consentirà di affermarsi prima come commerciante e in seguito come industriale, ma che gli permetterà di dedicare alla scrittura solo pochi ritagli di tempo.
La notorietà di Svevo inizia negli anni '20, dopo la pubblicazione del terzo romanzo, "LA COSCIENZA DI ZENO". del 1921, quando in un articolo di giornale Montale parla di lui. La fama dura comunque ben poco, in quanto Svevo muore in un incidente automobilistico. Oltre ai romanzi, che rimangono la sua opera più importante, ha scritto anche una serie di novelle e commedie.



La psicanalisi

Nel 1901 con L’interpretazione dei sogni, nasce la psicanalisi ad opera di un medico viennese, Sigmund Freud. Secondo Freud la vita psichica (psiche) umana è alla perenne ricerca di equilibrio tra diverse istanze, alcune consapevoli (coscienza), altre inconsce. Le strutture fondamentali della psiche sono tre:

a) ES: è la parte più segreta della vita psichica, in gran parte inconscia; comprende gli impulsi irrazionali e istintivi, non retti da alcuna organizzazione, che tendono ad immediata soddisfazione (istinti aggressivi, sessuali, di vita e di morte) del piacere;
b) IO: è la parte che si preoccupa di dare una connessione e un’organizzazione ai contenuti mentali, l’elemento regolatore delle funzioni razionali, il vero e proprio nucleo della personalità;
c) SUPER-IO: è il rappresentante delle norme morali acquisite fin all’infanzia dall’ambiente familiare, scolastico o sociale ed interiorizzate. E’ per la maggior parte inconscio: è responsabile dell’attività censoria e inibitoria esercitata su una parte dei desideri dell’Es e di ossessionare l’Ego con sensi di colpa. I desideri, rimossi perché sentiti come colpevole (cfr. complesso di Edipo) permangono tuttavia a livello inconscio, emergono durante i sogni ed influenzano le nostre azioni (lapsus, atti mancati, nevrosi).

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