Tuesday, March 18, 2008

Intervista a Giovanni Calamosca





Il mistero del "mostro di Firenze", il killer maniacale (o i killer) delle coppiette, appare, a distanza di tanti anni, sempre più oscuro e contorto. Il settimanale "Panorama" ha annunciato clamorosi sviluppi su questa infernale catena di delitti, chiamando in causa il magistrato Pier Luigi Vigna. Un testimone lo accuserebbe di aver trattato una sorta di copertura con la "banda dei sardi", implicata nelle indagini sul "mostro" dal 1982.
Un racconto credibile o l'ennesimo polverone? Secondo questo testimone segreto Giuseppe Barrui - oltre a essere implicato direttamente nei due duplici omicidi del 1981 - nel 1992 avrebbe messo il proiettile nell'orto di Pietro Pacciani per incastrarlo. Giuseppe Barrui è morto a Pisa tre anni fa, nel 1998.
"Chi l'ha visto?" ha raccolto la testimonianza di Giovanni Calamosca, che vive in località Caburaccia, nell'Appennino Tosco Emiliano. Quest'uomo conosce bene la "banda dei sardi". Nel 1997 raccontò a Michele Giuttari, capo della squadra mobile fiorentina, che Francesco Vinci, trovato carbonizzato nel 1993 nella sua auto insieme al pastore Angelo Vargiu, gli aveva confessato di aver ucciso a Signa nel 1968 Barbara Locci e Angelo Lo Bianco con la Beretta calibro 22 che sarebbe poi passata di mano. Con questa pistola sono stati compiuti i sette duplici omicidi del "mostro". Calamosca, finito in carcere negli anni Ottanta per sequestro di persona, fu anche sospettato di essere proprio lui il "mostro di Firenze". Di seguito, il testo integrale dell'intervista.

Dov'è nato?
A Imola.

Da quanto vive qui?
Dal 1952-1954.

Che lavoro ha fatto?
Il pastore.

Quanti anni ha?
Settantaquattro.

Ha conosciuto Giuseppe Barrui?
Ho conosciuto Giuseppe Barrui perché trattai con lui cento pecore; stava qui sopra a Bologna. Poi l'ho conosciuto perché sono andato a comprare un montone da lui, che abitava a Comacchio.

Salvatore Vinci, fratello di Francesco, è scomparso dopo essere stato imputato in due processi: per la vicenda del mostro di Firenze e per la strana morte di sua moglie Barbarina Steri. Di lui non si hanno più notizie dal 1986.

Conosceva i Vinci?
Sì, tutti e due. Conoscevo meglio Francesco, abbiamo fatto diciotto mesi a San Giovanni in Monti, innocenti. Lui scriveva a venti trenta donne, a tutti quegli avvisi dei giornalini; aveva dei pacchi di lettere così. Io mi divertivo a leggere le lettere per non pensare alla tragedia che uno ha quando fa della galera innocente. La sua amante era Barbara Locci. Il marito era contento che Vinci andasse a letto con lei, gli portava il caffè a letto. Questa è la sacrosanta verità che mi ha raccontato lui, non sono bugie. Solo che dopo Barbara Locci ha trovato questo toscano, e lì sono nate le gelosie ed è successo quello che è successo.

Per il delitto di Lo Bianco e Locci è finito in carcere Stefano Mele, il marito di Barbara.

A lei, però, Francesco Vinci racconta che quella notte dell'agosto 1968 a uccidere i due amanti era stato lui.
Sì, insieme a Mele.

Vengono uccisi con una pistola, la calibro 22, che sarà quella del mostro di Firenze. La pistola era di proprietà di Francesco Vinci, le ha raccontato che fine ha fatto?
No, non me l'ha mai raccontato, io non ci ho mai capito niente. Però, voi vi dovete fare indietro nel tempo. Francesco Vinci aveva un'amante - non mi ricordo più il nome - ed è stata ammazzata, bruciata.

Milva Malatesta e suo figlio Mirko di tre anni sono stati uccisi e poi bruciati il 19 agosto 1993.

Dopo, hanno ammazzato anche Francesco Vinci, nel 1993, è stato bruciato. Non si brucia uno per un furto di pecora come poteva fare lui, o per un furto di due maiali.

Perché ricorda questo particolare per spiegare il delitto del 1968 e quella pistola?
Perché ho sempre avuto questo presupposto, che qualcuno, il vero mostro, avesse paura o fosse ricattato e abbia avuto l'interesse di togliersi sia il Vinci sia l'amante, che sapesse qualcosa anche lei. Io guardi a tutta la storia di Pacciani non ci credo.

Pacciani non era il mostro di Firenze?
No, nella maniera più assoluta, come neanche quello che è all'ergastolo.

Intende i "compagni" di Pacciani?
Sì, sì...

Mario Sale e Giovanni Farina sono tra i più pericolosi esponenti dell'Anonima Sarda. Attualmente Farina è in carcere per il rapimento Soffiantini.

A casa sua sono passati Mario Sale e Giovanni Farina?
Sì, è la verità. Ma ci ho rimesso sempre di tasca.

Che faceva lei quando venivano sequestrate queste persone?
Io mi mettevo le mani nei capelli, perché sapevo che prima o dopo mi capitavano dei casini.

Vigna cosa le chiese durante il periodo in cui accadevano questi rapimenti?
In un primo momento, prima, ha creduto che io fossi il mostro di Firenze. Io sulla "Nazione" sono stato cinque o sei mattine, così piccolo, in fotografie in prima pagina, così piccole; e lui là grande, con la mano così, con la toga, così grande.

Quando qui in questa stanza c'erano Mario Sale e Farina di cosa si parlava? Cosa le dicevano?
Niente, si parlava di pecore, si parlava perché io poi ero diventato socio con Farina, avevamo un branco di pecore assieme, dei cavalli assieme.

Avevate i vostri affari...
Puliti.

Degli affari sporchi lei non sapeva niente, però Vigna da lei voleva sapere questi affari sporchi?
Appunto.

Vigna voleva che lei parlasse?
E io l'ho anche aiutato Vigna, se vuol dire la verità. Forse, se non Vigna, ho aiutato molto di più la Criminalpol di Firenze, gli ho dato delle mani forti - lasci perdere, non posso dire niente.

Mi fa capire queste "mani forti"...
Non posso dire niente. Non mi chieda altro.

Ma per il "mostro" o per i rapimenti?
Per i rapimenti.

Riguarda, forse, il sequestro Berardinelli?
No, prima, prima ...

Il sequestro Fantazzini?
Non mi chieda niente.

In un articolo de "La Nazione" c'è scritto "Vigna ha coperto i sardi, sulla vicenda del mostro di Firenze spunta un altro testimone".
Per me è tutta una montatura. Vigna non ha coperto nessuno, glielo dico pure che io mi sono trovato interrogato più di una volta, più di due.

Da Vigna?
Da Vigna. Vigna non ha coperto nessuno, Vigna non ha mai avuto rispetto per nessuno.

Chi può aver parlato?
Non credo io che sia un sardo, perché i sardi hanno solo interessi a tenere coperta la faccenda. Quando fu arrestato Vinci per il mostro, perché sospettavano lui, è stato arrestato in 'sta casa, qui, il 15 agosto che c'avevamo una cena. Com'è che subito dopo sono successi altri due delitti in poco tempo? Lo facevano per tirar fuori Vinci. E allora chi è che ha ammazzato Vinci? Chi è stato che ha ammazzato l'amante? Com'è che è sparito il fratello di Vinci?


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